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E' VERO IL LEONARDO DEL CODICE DA VINCI DI DAN BROWN?

Dan Brown nel suo romanzo Il Codice da Vinci oltre a stravolge la storia, con invenzioni personali e blasfeme sulla figura di Cristo non suffragate che dalla sua fantasia, ha coinvolto anche il genio e l'arte di Leonardo da Vinci; ci sembra opportuno parlarne in questo sito.

Quale veridicità nella citazione delle opere di Leonardo da Vinci?

Quale messaggio sarebbe di Leonardo?

E' vero che nell'Ultima Cena si nasconderebbe un assassinio e una donna invece di Giovanni?

E' vero che Leonardo ha inventato il criptex, la piccola cassaforte?

Ci si chiede innanzi tutto perchè Brown abbia scelto Leonardo

PROPOSTA: SOTTOSCRIZIONE AD UN MOVIMENTO DI PROTESTA (vedi in fondo)     

  1. Quale veridicità nella citazione delle opere di Leonardo da Vinci?

Dan Brown cita nel suo romanzo il dipinto del Cenacolo di S.Maria delle Grazie di Milano come prova del fatto che Leonardo  vuol mandarci un messaggio segreto.

  1. Quale messaggio?

Leonardo (1452-1519) secondo Brown, sarebbe stato un esoterico, uno dei Gran Maestri del Priorato di Sion, organizzazione misteriosa nata - afferma l'autore - per proteggere la discendenza di Gesù e della Maddalena, e che la Chiesa, sempre secondo l'invenzione di Dan Brown, avrebbe nascosto, perseguitando, sin dall'inizio, chi avesse voluto rivelarlo.

Leonardo avrebbe lasciato indizi di quel segreto nel suo CENACOLO del refettorio di S. Maria delle Grazie a Milano

Numerosi gli studi preparatori del Cenacolo di Leonardo, in questi non c'è traccia delle misteriose e pericolose

allegorie o simbologie ipotizzate dal romanzo  di Brown. Lo studio dei manoscritti vinciani è affascinante e rende ancora

più grande e misteriosa la figura di Leonardo. Il romanzo in questione ha il pregio di movimentare l'interesse di persone verso

Leonardo. Ma queste persone non devono essere tratte in inganno

 

  1. E' vero che l'Ultima Cena di Leonardo nasconderebbe un assassino e una donna invece di Giovanni?

Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Vinciano, uno che di Leonardo sa tutto, che ne conosce anche le impronte digitali, boccia senza appello il Codice da Vinci. Vezzosi, armato di video, promette decine di prove contro il bestseller. A partire, esordisce dai fraintesi che suggestionano e banalizzano Leonardo, uomo-simbolo del Secondo millennio. Ecco le sue dichiarazioni:

Leonardo non era un mago nè un negromante. Non poteva indulgere alla negromanzia. Era uno che scriveva contro quella "stoltissima credulità".

E non è vero che dipingeva soggetti cristiani solo per motivi venali. "le committenze della Chiesa furono meno di dieci".

Leonardo adoratore del Divino Ordine della Natura'? Tutt' altro! Tra i suoi interessi c'era l'anatomia, lavorava con i medici dell'università di Pavia, aveva la passione per la psicologia genetica. Lo dimostrano i disegni di grande fascino.

La scrittura segreta? "Scriveva da destra a sinistra non per usare un codice, ma per un suo vizio percettivo".
La Gioconda
: "Nessuna possibile identificazione con l'autroritratto di Leonardo – dice Vezzosi affiancando le immagini sul video – perchè quella è il ritratto di una Idea di pittura". Vezzosi mostra ai raggi X: "Un lavoro sottile e raffinato, non c'è indice di sofferenza, non c'è traccia dei lapislazzuli di Iside"

Il cenacolo
: E la questione di fondo: accanto a Gesù c'è Giovanni o la Maddalena? Vezzosi non ha dubbi: è Giovanni, una nuova sequenza di immagini dimostra che "quando si lavora con il cartone e con le lucerne si proiettano sagome, è possibile la sovrapposizione". E' possibile l'equivoco, ma quello è Giovanni.
Dan Brown suggerisce un aspetto minaccioso in Pietro che appoggia la mano sulla spalla di Giovanni.
Nessun mistero sul coltello ad una attenta osservazione si vede come "quella che lo stringe è davvero la mano di Pietro, tenere un coltello in mano è cosa naturale durante un pasto. (In ogni caso essendo Pietro uno Zelota il fatto che afferri il coltello può significare la pronta volontà di difendere Cristo da chiunque lo voglia tradire).
Ultimo punto: la presunta setta segreta
, il Priorato di Sion. "I documenti citati da Baigent, Leigh e Lincoln, autori nell'82 del libro Il Santo Graal non esistono, sono stati depositati alla Biblioteca nazionale di Parigi nel 1967 dalle persone che li hanno inventati.

Nessuna setta, il nodo vinciano è un nodo concreto di sapienza, di tecnica, di arte, di scienza e di libertà, simbolo di un circuito virtuale". Leonardo voleva cambiare il mondo, renderlo migliore con l'arte e la filosofia. Ma Dan Brown non l'ha capito. E ha messo in piedi questa favoletta che puzza di esoterico e di zolfo. Ma senza basi.                         Vedi www.opusdei.it Vinci condanna il Codice - 20 febbraio 2005 Paolo Pellegrini

L'idea stessa di un codice Da Vinci nascosto nelle opere dell'artista italiano è stata definita assurda da una delle maggiori specialiste di Leonardo del nostro tempo, la professoressa Judith Veronica Field, docente alla University of London e presidentessa della Leonardo Da Vinci Society (cfr. Gary Stern, "Expert Dismiss Theories in Popular Book", The Journal News, 2 novembre 2003) Ugualmente assurdo che la figura alla destra di Gesù sia una donna: le supposizioni dell'autore e le conseguenze che ne derivano, sono tutte da provare.         Massimo Introvigne www.cesnur.org

1.   Ci si chiede innanzi tutto perchè Brown abbia scelto Leonardo                 

Francesco Agnoli in Il Codice delle frottole – Avvenire 17.5.2006. L'interpretazione che Dan Brown dà all'opera di Leonardo dimostra un'incredibile spudoratezza della manipolazione e dell'inganno. Accanto a Cristo nel dipinto ci sarebbe la Maddalena; di qui se ne desumerebbe l'esistenza di un matrimonio tra lei e Cristo. Ci si chiede innanzi tutto perchè Brown abbia scelto Leonardo: tra tante ultime cene della storia, la sua è la meno adatta a una simile forzatura. Anzitutto perchè altri pittori nel Rinascimanto, hanno raffigurato l'apostolo Giovanni senza barba, con i capelli lunghi come nel Cenacolo di Leonardo, ma in più con la testa mollemente reclinata sul petto di Cristo. Se si voleva giocare sull'equivoco, dunque, questi dipinti sarebbero stati molto più adatti di quelli di Leonardo in cui Giovanni è straordinariamente distante, staccato dal maestro. In secondo luogo nel dipinto di Leonardo compaiono dodici personaggi oltre a Gesù: se a destra di Cristo, dove solitamente è rappresentato l'apostolo prediletto, vi è la Maddalena, dove è finito Giovanni?.Tanto più che la presenza della Maddalena sarebbe assolutamente assurda in quanto rovinerebbe completamente il gioco simbolico dell'opera. Tutto il Cenacolo, infatti, è costruito sulla simbologia del tre (numero divino) e del quattro (numero della terra e dell'uomo) e del dodici (quattro per tre numero della totalità), i numeri da cui è caratterizzata anche la Gerusalemme celeste dell'Apocalisse. Nel Cenacolo vi sono infatti i dodici apostoli raggruppati in quattro gruppi da tre; sullo sfondo dietro a Cristo vi sono tre aperture mentre, sui lati, quattro. Il soffitto è a cassettoni con trentasei riquadri, dodici per tre. Di tutto questo Brown non dice nulla: eppure non è l'esperto delle simbologie più nascoste? Oppure sono proprio le simbologie presenti nel quadro di Leonardo a dimostrare l'assurdità delle sue tesi?

2.   E' Leonardo ha inventato il Criptex la piccola cassafortedel romanzo?

Il Criptex. Dan Brown scrive che il progetto di questa minicassaforte portadocumento a combinazione, è di Leonardo. Nell'edizione illustrata del libro è pubblicata una pagina di Leonardo che sembra simile a quella del Criptex. La pagina in questione è un foglio del manoscritto b, per la precisione la pag 33 verso. Il progetto di Leonardo non ha niente a che fare con la cassaforte del romanzo e non c'è traccia di questo meccanismo negli altri codici. E' quindi un invenzione dello scrittore. In realtà Leonardo presenta in questo foglio un sistema di trasporto su ruote, un fuso di cannone, vari meccanismi che fanno riferimento ad un più complesso meccanismo di dimensioni ben più grandi di un portadocumenti a combinazione. La confusione e il fascino del criptex è testimonianza dell'interesse dei disegni e dei progetti di Leonardo che però dovrebbe essere affrontato con più serietà. Il criptex descritto da Dan Brown è una piccola cassaforte consiste in una serie di 5 anelli infilati in un supporto cilindrico

vedi www.leonardo3.net

 La pagina in questione è un foglio del manoscritto b

Codice Atlantico
Conservato a Milano presso la Biblioteca Ambrosiana, il Codice Atlantico raccoglie disegni, per buona parte databili tra il 1478 e il 1518.
Vi sono trattati argomenti assai vari: studi di matematica, geometria, astronomia, botanica, zoologia, arti militari. Oggi si presenta riordinato in dodici volumi rilegati in pelle, formati da 1119 fogli di supporto formato 65*44 cm, che raccolgono carte di diversa dimensione.
Il nome Codice Atlantico
deriva dal fatto che in origine tutte le carte erano raccolte in un unico volume di grande formato (quello degli atlanti appunto).

invenzioni personali

3.     vedi: Massimo Introvigne - CESNUR (Center for Studies on New Religions). www.cesnur.org/2003/mi_davinci.htm- 24 gennaio 2004

4.     Massimo Introvigne – risposte alle domande - http://www.cesnur.org/2005/mi_02_03.htm - 36k

5.     Il Codice da Vinci http://www.opusdei.it/ssec.php?a=2052 - 11k

6.     Laura Rossi in www.saluzzo.chiesacattolica.it/gris/ Codice da Vinci Il Best Seller delle bufale

Leonardo

Leonardo è sempre stato una figura di eccentrica di artista e non priva di mistero anche prima del romanzo in questione.
La Gioconda
, il Cenacolo, le due Vergini delle rocce sono quadri che hanno da sempre alimentato le interpretazioni più audaci. La misteriosità di Leonardo sta nel suo essere sempre eccentrico all'ambiente in cui lavora. Naturalmente parte del suo mistero nasce anche dalla vastità dei suoi interessi, egli infatti faceva di tutto: l'ingegnere, il regista teatrale, il naturalista, oltre che naturalmente il pittore. Alla fine Leonardo decise che era proprio la pittura il modo migliore per far cogliere le leggi dell'universo.
L'Ultima cena
è senza dubbio un'opera che ha colpito la curiosità popolare e colta da secoli. Il Cenacolo è un affresco teatrale, coglie il momento esatto in cui il Cristo dice: Uno di voi mi tradirà. Non è una raffigurazione mitologica tipica dei dipinti con soggetti di storia sacra. No, è una clamorosa scena teatrale. Non si caricano di simboli gli atti dei protagonisti dell'affresco, non si simbolizzauna minaccia come suggerisce Brown, ma si rappresentano i singoli gesti come quello di Pietro, sconvolto dalla parola del maestro. La capacità di narrare sarà una delle grandi caratteristiche dell'arte occidentale, ma si affermerà con pienezza nel Sei-Settecento.

E la Gioconda
, il suo misterioso sorriso? La spiegazione sta nell'introspezione della complessità della figura umana, l'insondabilità interiore, che suscita tanta curiosità e mistero, stupisce e attira.
Anche Sigmund Freud era attratto da Leonardo. Poi, però si è messo a psicanalizzare le opere leonardesche scrivendo anche qualche fesseria. La vera natura del da Vinci era quella del vagabondo. Viaggiava sempre con un cassone pieno di cose ed i suoi codici. Quelli veri, non quelli di Brown. Quando il da Vinci morì, un gentiluomo milanese che lo seguiva, Francesco Melzi, si prese tutto il materiale accumulato e lo portò nella sua villa di famiglia a Vaprio d'Adda. Finchè fu in vita il Melzi, gli scritti leonardeschi furono trattati con cura, Poi, quando Francesco morì, tutto cadde nelle mani di eredi. Il materiale depositato in soffitta, si disperse girando per tutta Europa. Annibale Carracci vide un po' di queste carte regalate poi al Cardinale Borromeo, per la biblioteca Ambrosiana.
Artista vagabondo, carte vagabonde. Leonardo si formò a Firenze, scelse la bottega del Verrocchio ma non si sentiva a suo agio in un mondo di sofisticati umanisti, colti, antichisti, neoplatonici. E così, a trent'anni, scrisse una lettera al Moro dove si offrì come ingegnere militare. Iniziò così il suo lungo periodo milanese. Che una vita così dia adito a misteri e ispiri romanzi, è del tutto naturale
.

vedi sito www.opusdei.it Ludovico Festa 20.3.2006 in Il Giornale

CENACOLO

L'ultima cena di Leonardo (detta anche Il Cenacolo) che si trova in S.Maria delle Grazie e Milano, Il dipinto è stato eseguito per il suo patrono, il duca di Milano Lodovico Sforza, rappresenta la scena dell'Ultima Cena di Gesù Cristo, come descritta nel Vangelo di Giovanni 13-21, nel quale Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi discepoli.

è un dipinto a tempera ed olio su due strati di preparazione gessosa stesi su intonaco di cm 460 x 880 realizzato tra il 1494 ed 1497. Il Cenacolo è il più grande tra i dipinti di Leonardo ed il suo unico dipinto murale visibile ancora oggi. Come è noto non si tratta di un affresco, in quanto Leonardo non ha mai realizzato affreschi nel senso esatto del termine. Artista meticoloso e riflessivo, Leonardo rifiutò il tradizionale procedimento della pittura a fresco che non gli consentiva ripensamenti e cambiamenti, usò invece una tempera grassa, un'emulsione di olii e sostanze proteiche. Purtroppo la tecnica impiegata ben presto determinò un degrado dell'opera, già citato dal Vasari nelle Vite. Stupisce nel Cenacolo la presenza di dettagli molto precisi visibili solo da distanza ravvicinata e non fruibili dallo spettatore comune.

Leonardo sperimentò una propria tecnica, lavorando sull'intonaco asciutto con colori simili a quelli che usava per le tavole.
Il risultato fu che il colore cominciò già a sfaldarsi quando lui era ancora in vita e, appena una generazione più avanti, Giorgio Vasari lo descrisse come un pasticcio di macchie.


Sopravvissuto miracolosamente alla distruzione dell'edificio durante un bombardamento aereo nel 1943, l'affresco è stato restaurato inutilmente varie volte nel corso dei secoli. L'ultimo intervento, iniziato nel 1948 a cura di Mauro Pellicioli ha rinsaldato il pigmento pittorico millimetro per millimetro e, ha restituito e consolidato ciò che resta dell'opera, guadagnando dei particolari che appaiono dotati di una luminosità e freschezza cromatica finora insospettate. Il colore è usato nei toni della luce. Luce le cui sorgenti sono una finestra reale del refettorio e le tre dipinte sul fondo, che si aprono su un cielo teso all'imbrunire.

è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1980

Descrizione dell'opera

Il tema, rappresenta l'Eucaristia. Il momento che Leonardo sceglie è quello più drammatico del racconto evangelico, quello in cui Cristo proferisce la frase: "Uno di voi mi tradirà" e da queste parole gli apostoli si animano drammaticamente, i loro gesti sono di stupore e di meraviglia; c'è chi si alza perchè non ha percepito le parole, che si avvicina, chi inorridisce, che si ritrae, come Giuda, sentendosi subito chiamato in causa.
San Giacomo il Maggiore (quinto da destra) spalanca le braccia attonito; vicino a lui San Filippo porta le mani al petto, protestando la sua devozione e la sua innocenza.
San Pietro (quinto da sinistra) si china impetuosamente avanti verso Giovanni, mentre Giuda, davanti a lui, indietreggia con aria colpevole.
All'estrema destra del tavolo, da sinistra a destra, San Matteo, San Giuda Taddeo e San Simone esprimono con gesti concitati il loro smarrimento e la loro incredulità.
Al centro è raffigurato Cristo con le braccia aperte, in un gesto di quieta rassegnazione, costituisce l'asse centrale della composizione.
L'IPOTESI DI DAN BROWN

Una diversa lettura del dipinto è richiamata dal romanzo Il Codice da Vinci di Dan Brown che vuole dare un significato esoterico all'opera: Il discepolo alla destra di Gesù Cristo sarebbe una donna, Maria Maddalena. Tale interpretazione è funzionale alla trama del romanzo. Nella narrazione alcuni particolari dell'affresco, l'assenza del calice, la mano di Pietro posata minacciosamente sul collo della donna e infine la presenza di un braccio con la mano che impugna un coltello che sembra non appartenere ad alcun soggetto ritratto nel quadro, Questi elementi sono utilizzati per dimostrare la tesi di Leonardo: Maria Maddalena era la compagna (moglie) di Gesù, ipotesi che la Chiesa, secondo Dan Brown, avrebbe rinnegato perchè avrebbe sminuito la divinità di Gesù.

Questa interpretazione del dipinto è tuttavia confutabile attraverso un'attenta analisi dell'opera.

Vedi sito www.leonardo3.net

 

CODICI

I manoscritti

Elaborati nella caratteristica scrittura speculare, svolta da destra a sinistra, tale da poter esser letta facilmente solo ponendo i fogli davanti a uno specchio, i manoscritti di Leonardo, dati in eredità a Francesco Melzi, pervennero dopo la morte di questi allo scultore Pompeo Leoni che, per commerciarli più facilmente, li suddivise in diversi gruppi, mutandone l'aspetto originario. Raccolti in gran parte nel XVII secolo dal conte milanese Galeazzo Arconati, furono donati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano dalla quale furono trasferiti nel 1796 a Parigi. Dopo la caduta di Napoleone tornò a Milano il solo Codice Atlantico, mentre altri codici finivano in Inghilterra.

Attualmente gli scritti di Leonardo a disposizione di chi voglia seriamente approfondire il genio, si presentano così ordinati:

 

 

 

  1. Codice A, Parigi, Institut de France, 1492, 63 fogli di vari argomenti
  2. Codice B, Parigi, Institut de France, 1489, 84 fogli sull'arte della guerra
  3. Codice C, Parigi, Institut de France, 1490, 28 fogli sulla luce e l'ombra
  4. Codice D, Parigi, Institut de France, 1508, 10 fogli di vari argomenti
  5. Codice E, Parigi, Institut de France, 1513 - 1514, 80 fogli sulla geometria e il volo
  6. Codice F, Parigi, Institut de France, 1508 - 1509, 96 fogli sull'idraulica
  7. Codice G, Parigi, Institut de France, 1510 - 1516, 93 fogli di vari argomenti
  8. Codice H, Parigi, Institut de France, 1493 - 1494, 142 fogli di vari argomenti
  9. Codice I, Parigi, Institut de France, 1497 - 1499, 141 fogli di vari argomenti
  10. Codice K1, Parigi, Institut de France, 1504, 48 fogli di vari argomenti
  11. Codice K2, Parigi, Institut de France, 1504 - 1509, 32 fogli di vari argomenti
  12. Codice K3, Parigi, Institut de France, 1509 - 1512, 48 fogli di vari argomenti
  13. Codice L, Parigi, Institut de France, 1497 - 1503, 94 fogli di vari argomenti
  14. Codice M, Parigi, Institut de France, 1498 - 1500, 94 fogli di vari argomenti
  15. Codice Ashburnham I, Parigi, Institut de France, 1492, 34 fogli sulla pittura
  16. Codice Ashburnham II, Parigi, Institut de France, 1484 - 1486, 10 fogli di vari argomenti
  17. Codice Atlantico, Milano, Biblioteca Ambrosiana, 1483 - 1518, 403 fogli di vari argomenti
  18. Codice Trivulziano, Milano, Castello Sforzesco, 1484 - 1486, 51 fogli di vari argomenti
  19. Codice del Volo degli Uccelli, Torino, Biblioteca Reale, 1505, 18 fogli
  20. Codice Forster I, Londra, Victoria and Albert Museum, 1484 - 1505, 55 fogli sulla stecheometria
  21. Codice Forster II, Londra, Victoria and Albert Museum, 1495 - 1497, 157 fogli di vari argomenti
  22. Codice Forster III, Londra, Victoria and Albert Museum, 1490 - 1493, 88 fogli di vari argomenti
  23. Codice Arundel 263, Londra, British Museum, 1504 - 1516, 283 fogli di vari argomenti
  24. Fogli di Windsor, Windsor, Royal Library, 600 disegni
  25. Fogli di Anatomia A, Windsor, Royal Library, 1510, 18 disegni
  26. Fogli di Anatomia B, Windsor, Royal Library, 1489, 42 disegni
  27. Quaderni di Anatomia, I - VI, Windsor, Royal Library, 119 disegni
  28. Codice Madrid I, Madrid, Biblioteca Nazionale, 1490 – 1496, 192 fogli sulla meccanica
  29. Codice Madrid II, Madrid, Biblioteca Nazionale, 1503 – 1505, 157 fogli sulla geometria
  30. Codice Leicester - Hammer, Collezione Bill Gates, 1504 - 1506, 36 fogli sull'idraulica

 

Ulteriori approfondimenti

t.wikipedia.org/wiki/L'ultima_cena_(Leonardo)

I segreti di Leonardo di Diego Cuoghi in   www.cicap.org

 www.wikipedia.org/wiki/Il_Codice_Da_Vinci

PROPOSTA.

ADERISCI AL MOVIMENTO DI PROTESTA CONTRO LE AFFERMAZIONI E GLI ERRORI DI DAN BROWN.

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