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El 1829 il complesso è affidato ai frati dell’ordine dei Servi di Maria sorti a Firenze nel 1233

LA CHIESA DI SAN GIOVANNI

 


         La chiesa di S.Giovanni di Saluzzo, che costituisce uno splendido esempio dell’architettura gotica italiana del nostro territorio, era l’edificio più importante dell’antica città sino alla costituzione della Diocesi.  Nel contesto architettonico di Saluzzo che, dal sec XIII per motivi difensivi, si estendeva  in gran parte a ridosso della collina in prossimità del castello, la chiesa  s’inserisce elegantemente con il campanile e l’adiacente Torre Civica, a creare quel complesso giustamente noto come “Saluzzo  Siena del Piemonte”. 

·         LA STORIA

 La storia di questa chiesa si compie in otto secoli; dal Muletti abbiamo notizie che nel 1230 era sorta nel sito una chiesetta (“cappella plebis”) dipendente dalla chiesa pievana di S.Maria. Nel 1281 venne costruita, da Oberto e Genta di Verzuolo, una nuova chiesetta in sostituzione della prima, dedicata a S.Giovanni Battista e officiata dai monaci di Staffarda fino al 1320, quando i monaci furono sostituiti dai Domenicani chiamati dal marchese Manfredo IV; essi la officiarono sino alla soppressione del 1802.         

         Questa primitiva  chiesa occupava lo spazio compreso fra le due prime arcate dell’attuale chiesa di S.Giovanni; era costruita secondo l’originario criterio delle antiche basiliche cristiane: l’altare volto ad oriente e l’ingresso a occidente.  Nel corso dei secoli la chiesa fu oggetto di notevoli cambiamenti strutturali: dalla modificazione dell’orientamento dell’ingresso all’ampliamento da tre navate ai successivi ampliamenti con la creazione del chiostro triangolare di cui resta, in via Tapparelli, la porta  a sesto acuto con cornici e ghiere in cotto. Venne quindi realizzato, con il marchese Ludovico I, il complesso conventuale, il chiostro e i successivi ampliamenti, le cappelle laterali e quella  sepolcrale.

Nel 1829 il complesso, restituito al Vescovo, venne affidato ai frati dell’ordine dei Servi di Maria sorti a Firenze nel 1233. Seguirono gli interventi di restauro che hanno restituito la chiesa sino alla situazione attuale.

·         LE STRUTTURE

La semplice facciata  a salienti è infatti frutto dei restauri che si sono succeduti. Il grande S.Cristoforo venne dipinto nel 1929 da Ovidio Fonti ad imitazione di quello quattrocentesco di Rossana.

La torre campanaria è stata eretta nel 1376 a base rettangolare con cornici marcapiano in cotto che definiscono i cinque piani con monofore e bifore. La torre termina con la slanciata cuspide ottagonale a quattro pinnacoli, è sormontata da un gallo bronzeo simbolo della protezione francese sul marchesato.

        Dalla piazza, scendendo la coreografica scala inglobata nella campata del 1467, si accede alla chiesa. L’armonioso interno sottilmente decorato nello

stile del rinascimento saluzzese recuperato dai restauri novecenteschi, è a tre navate divise da pilastri con semicolonne e capitelli in pietra che reggono le volte a crociera costolonata. Sui capitelli e sulle arcate del centro, sono state dipinte a grisaille santi e beati dell’ordine domenicano e servita.

·         LA CAPPELLA DI S. CRISPINO

La prima cappella di sinistra dedicata a S.Crispino e Crispiniano,  è sorta sull’area della cappella voluta da Oberto e Genta. Era interamente rivestita di affreschi con storie della Passione che i restauri del  1992 hanno portato alla luce. Purtroppo la collocazione dell’altare ai santi titolari, ha nascosto la scena centrale della Crocifissione  di cui restano solo frammenti. Le scene della Passione sono ambientate sullo scenario architettonico gotico della città di Gerusalemme, mentre sulla volta azzurra e stellata grandeggia,  la mandorla iridata con la figura di Dio Padre raffigurato nell’iconografia del “vegliardo” (Dn. 7,9). Il ciclo è databile al terzo decennio del ‘400 e avvicinabile all’opera di Pietro di Pocapaglia da Saluzzo. Accanto, nella parete di controfacciata, è emersa, molto espressiva, la Flagellazione di Cristo frammento di affreschi di epoca precedente.

·         LA CAPPELLA DEL ROSARIO

 La  successiva Cappella del Rosario eretta nel XVI secolo su progetto di Giovenale Boetto presenta una cupola ottagonale con splendidi stucchi, la volta ad affresco riconducibile a Giovanni Claret. Negli archi laterali troviamo a destra una battaglia di Lepanto e a sinistra uno scontro tra cavalieri. Spicca sulla parete di fondo una macchina d’altare di legno dorato che ospita il trittico datato 1535 e firmato da Pascale Oddone pittore di Savigliano  operoso in zona. Il pannello centrale raffigura la Madonna del Rosario tra Giovanni Battista e  S.Domenico (di cui abbiamo già parlato) . A terra un gruppo di fedeli oranti tra cui  il Marchese Francesco. I  due pannelli laterali, quali ante di chiusura, rappresentano Giuditta con la testa di Oloferne, ed Ester davanti ad Assuero, figure  simbolo di Maria nell’Antico Testamento. La predella costituisce un ex voto per la sopravvivenza della città all’assedio di Carlo I di Savoia nel 1487.

       Segue la cappella dei Serviti con la tela dei santi e beati dell’ordine servitano. È presente un paliotto datato 1720 in scagliola con intarsi decorativi con lo stemma della famiglia Radicati.

·         LA CAPPELLA FUNERARIA DEI MARCHESI

Dietro  l’altar maggiore, che è ornato di un imponente tabernacolo ligneo databile 1610, si trova il coro pentagonale con la  nota cappella funeraria  dei marchesi, una laboriosa realizzazione di ispirazione franco-borgognona iniziata  alla metà del Quattrocento e conclusa dalla vedova di Ludovico II nel 1504. Conserva le testimonianze scultoree più importanti del territorio e rappresenta  l’unico edificio compiutamente gotico flamboyant di qua dalle Alpi (Perotti  1999, p.22) La fase iniziale vede l’opera di un artista borgognone Antoine le Moiturier  cui si deve il progetto e la scultura in pietra grigia e verde, raffinati motivi ornamentali che  inquadrano figure di profeti e sibille di straordinario vigore espressivo (L.Antonioletti 1998 p119). Nella nicchia di sinistra il monumento funebre di Ludovico II commissionato dalla moglie Margherita di Foix nel 1504 è stato realizzato in marmo bianco di Paesana da Benedetto Brioso nel 1508 c. Gli stalli lignei della cappella opera di intagliatori lombardi, provengono dall’abbazia di Sant’Antonio di Ranverso

        Notevole, nella chiesa, il pulpito poligonale del primo Seicento opera dei saviglianesi Botto.  La navata  destra  ospita la Cappella di S.Pietro Martire con le sepolture dei marchesi Federico I, Federico II e forse Tommaso III, sul muro un affresco del 1564,  Nella Cappella di Maria Maddalena notevole la nicchietta con affresco a monocromo con l’arcangelo Michele che vince il demonio.

·         CHIOSTRO E REFETTORIO

 Il chiostro del convento voluto nel 1466 dal Marchese Ludovico I, presenta capitelli con stemmi delle più note famiglie saluzzesi che hanno contribuito a quella realizzazione. Nel muro di fianco all’ingresso è sistemato un altorilievo in cotto originariamente policromo rappresentane la Visitazione è del 1466. Sul lato opposto si trova la Cappella Cavassa con il motto dei Cavassa ed elementi decorativi simbolici. Ospita il monumento funebre del Vicario Generale del Marchesato Galeazzo  Cavassa, accanto, i dipinti con i Padri della Chiesa e dell’ordine Domenicano.

Dal chiostro si può accedere al refettorio dove, oltre al pregevole soffitto a cassettoni, si può ammirare il grande affresco della Crocifissione, risalente ai primi del XVI secolo.

      Attualmente, la presenza di una struttura turistica insediatasi in modo molto rispettoso nella parte conventuale,  non ha alterato sostanzialmente il complesso; la chiesa il chiostro e le sale adiacenti, conservano nel silenzio la perfetta godibilità  di questa ricca pagina della storia cristiana, di arte e cultura, di una Saluzzo prossima a diventare Diocesi.

                                                                                                                             da Corriere di Saluzzo   7.7. 2011

Bibliografia

L.PROVERO Chiese e società nel saluzzese medioevale in Arte del territorio della Diocesi di Saluzzo.2008

L.C.ANTONIOLETTI Saluzzo Guida-ritratto della città 1998

E.DAO La Chiesa nel saluzzese fino alla costituzione della Diocesi di Saluzzo, Saluzzo  1965

M.PEROTTI Scrigno dell’arte medievale saluzzese in M.Perotti- C.Bessone L’arte della fede 1999

GRADO G.MERLOChiese e uomini di Chiesa” SSSAAPC 2009

C.LANZI, Saluzzo itinerari nell’arte del Seicento e Settecento, Marcovaldo 2004            

  



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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