LASTRA DI
CHIUSURA DI LOCULO DI SEVERA - 330 c. d. C. Museo Pio Cristiano - ROMA

E' un importante documento
archeologico.
Lastra in
Marmo bianco a grana fine con leggere
venature grigie.
Alt cm.31,5, Lung. cm. 102; spessore cm, 2,2
Proviene da: Roma catacomba di Priscilla.
Oggi è nella Città del
Vaticano, Museo Pio Cristiano
In età moderna sono stati ritagliati i
margini della lastra e lisciata parte della sua
superficie. A sinistra appare il busto della defunta dai tratti un po'
rozzi ma piuttosto distinta per la sua pettinatura di derivazione severiana, i grandi orecchini, il volumen
nella mano sinistra, colta mentre fa il gesto augurale con la destra.
Accanto, il nome della defunta SEVERA
con l'augurio - in deo vi/vas
che possa vivere (in eterno) in Dio"
La figura appare un elemento di
datazione dell'opera: se la cappigliatura si presenta
simile alle parrucche di età severiana,
la fissità dello guardo e la ieraticità di questo ritratto frontale unitamente
ad altre caratteristiche iconografice e stilistiche
riporta la lastra all'età tardocostantiniana.
D'altra
parte bisogna ricordare che l'acconciatura diffusa da Giulia Domna, la moglie di Settimio Severo, tornarono
nuovamente di moda con l'Imperatrice Fausta, seconda moglie di Costantino e siriaca
come Giulia Domna.
Sulla
metà destra della lastra è incisa la scena dell'Epifania Mt
2,1-12.
I tre Magi in abito
orientale seguono la stella, recano i doni a Gesù Bambino. Egli è in braccio alla Madonna seduta in
trono mentre alle sue spalle è un uomo che col braccio proteso indica la stella
e si riferisce al profeta Balaam in
Nm. 24,17: "Io
lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da
Giacobbe uno scetttro da Israele", una
profezia che venne riferita al Messia.
La
raffigurazione esprime il racconto della Natività narrato dall'evangelista
Matteo secondo cui Gesù è il Messia preannunciato dai
profeti che porta a compimento le
scritture; Egli è l'Emmanuele-Dio-con-noi di Is. 7,14
Da notare come stilisticamente con poche e sommarie
incisioni l'abilità dello scalpellino sia riuscito a
ricreare la fisionomia della defunta fin nei dettagli e a rendere vivacemente
il motivo del Presepe. Qui i Magi in berretto frigio e in rapido movimento recano i loro doni su piatti. Il bambino è
proteso verso di essi con un naturale gesto infantile;
la Madonna anch'essa curiosamente adorna di una acconciatura ispirata a quella
di età severiana, osserva amorevolmente il figlio
mentre il profeta indica la stella.
Tutto concorre serenamente
ad affidare Severa alla salvezza portata da Dio in terra.
BIBLIOGRAFIA
AA.VV -Dalla terra
alle genti - Catalogo della Mostra "Diffusione del Cristianesimo nei primi
secoli" 1996 p 221
MARUCCHI 1910, pag 57 I monumeti del Museo Pio Lateranense- Milano 1910
G. WILPERT - I sarcofagi cristiani antichi - Città del
Vaticano 1929-36
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