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VILLA BAFILE, UNA PRESENZA NELLA STORIA BUSCHESE

 

La famiglia e la Villa

La scomparsa della dolce figura della professoressa Anna Maria Bafile, giovedì 10 febbraio 2005 -esattamente una settimana dopo la morte del grande zio, il cardinal Corrado Bafile, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi a Roma - pone fine al ramo buschese della famiglia, il cui nome resta legato ad opere sociali, ma soprattutto ad uno dei complessi monumentali e storici più importanti della città: Villa Bafile.

In realtà questo termine è la traduzione popolare del vero nome della costruzione detta "Villa Elisa" dal nome della moglie del capostipite dei Bafile di Busca, Enrico, pretore e poi sindaco benemerito della città, tra il 1953-57.

Pianta del Theatrum Sabaudiae

 

Un complesso architettonico di primaria importanza: testimone dell'avvicendarsi di presenze ricche di umanità e di fede, vittima dei disastri del totalitarismo ideologico, sintetizza sei secoli di vita, di storia di arte e di religiosità, vissute al passo con la storia buschese.

La storia dell'edificio

Nella pianta del Theatrum Sabaudiae del 1680, non si trova traccia di questa grande villa, l'ampio sito fuori delle mura della città, è occupato da una chiesa ancora di impronta gotica e da un chiostro. E' il convento dei francescani di S.Maria degli Angeli, sorto a Busca nel 1490, voluta dai confratelli della SS.Annunziata legati spiritualmente dai Frati Minori di Cuneo dove, il Beato Angelo Carletti generale dell'Ordine, concesse un diploma di fratellanza alla Confraternita dell'Annunziata di Busca, associandola ai meriti e ai privilegi dell'Ordine francescano. Costruito col sostegno del Comune, il Convento di Busca venne visitato, nel 1492, dal beato Angelo; Mons.Brizio vescovo di Alba dà una descrizione particolareggiata: "Il tempio è grande, vasto magnifico, più degno di una città che della solitudine dei campi, ornato di cappelle decorose ed eleganti pitture. Rivela la pietà e la generosità dei buschesi"

La chiesa fu consacrata solo il 14 aprile 1509; era a tre navate, divise da snelle

colonne di pietra e coronata nel fastigio di fiamme di pietra; venne dedicata a Maria Vergine Assunta come la chiesa parrocchiale. Il complesso godette sino al 1700 di gande splendore, diventando punto di riferimento spirituale e sede delle cappelle dei nobili del luogo.

Della decorazione pittorica che, secondo l'uso tardo medioevale piemontese, ornava le pareti della chiesa, sono affiorate dalla calce tracce notevoli: il S.Cristoforo della zona absidale, una Crocifissione trinitaria accanto a cui, la presenza degli angeli reggimantello, lascia intuire una continuità decorativa. Nel corridoio di passaggio alla sacrestia, una Madonna seduta su un trono tutto rinascimentale, guarda in basso verso i fedeli, accanto a S.Francesco stigmatizzato e S. Bernardino col trigramma cristologico.

Il complesso pittorico è certamente riferibile alla bottega dei Biazaci di Busca, dei quali conserva le caratteristiche stilistiche, anche se la collocazione cronologica della chiesa rende difficile l'attribuzione alla mano stessa dei due pittori di Busca.

Nel 1729 la vita conventuale assunse una regola evangelica più severa. Fu in questo convento, che visse il santo fra Ugolino Olivieri, presenza carismatica e taumaturgica, cui la gente accorreva in ogni necessità e che oggi riposa sotto il pulpito nella chiesa parrocchiale.

Tra il 1711-1714, per il cedimento del tetto, venne iniziato un restauro integrale della chiesa condotto da Francesco Gallo. Con tutta probabilità le 12 esili colonne di pietra che sostenevano la navata furono inglobate dentro massicci pilastri, più atti a sorreggere gli spessi muri di appoggio delle volte. La chiesa venne decorata dagli stucchi di Cipriano Beltramelli, il buschese Giovan Battista Pozzo dipinse le volte.

 

Villa Elisa Bafile lato sud

 

La soppressione mapoleonica e la distruzione del convento

Nel 1802, il decreto della Repubblica Francese soppresse tutti i conventi incamerandone i beni. Anche il convento S.Maria degli Angeli di Busca fu soppresso e l'archivio venne disperso.

Chiuso il convento, il sito passò di proprietà del conte Carlo Giacinto Caissotti di Chiusano che, distrutto gran parte della costruzione religiosa e della chiesa elevò la residenza di stile neoclassico giunta sino a noi.

Gran parte del materiale abbattuto venne sepolto sotto la collina, oggi riccamente alberata, antistante la villa; altre strutture, come le antiche raffinate colonne rinascimentali con capitelli decorati, vennero riutilizzate nell'elevazione dell'elegante loggiato sul lato sud.

Tra il XIX e XX secolo

Nel 1883 subentrò nella Villa il banchiere torinese Roberto Montù, che modificò la torre campanaria, dandole l'aspetto attuale di torre gentilizia medioevale e introdusse le belle decorazioni floreali dei soffitti delle sale interne e del loggiato.

.Alla morte di Montù nel 1911, la Villa attraversò un periodo di abbandono e divenne preda di speculatori, i quali distrussero lo splendido parco, il più bello esistente nella provincia di Cuneo e vendettero il mobilio.

Intervenne a salvare la costruzione nel 1913, Enrico Bafile, che l'adibì ad abitazione permanente della sua e di altre famiglie. La villa divenne punto di riferimento culturale di note figure buschesi.

Con la seconda guerra mondiale, si ebbe un nuovo periodo difficile. La casa divenne rifugio di molti. Nel 1961 muore Enrico Bafile; restano, nell'attenta custodia, la figlia Anna col fratello Vincenzo.

Sino al 10 febbraio scorso, quando il testimone della famiglia Bafile passa alla sollecitudine dei nipoti Golzio-DePaulis.

Il nome dei Bafile, nella grande villa, si conclude con zia Anna Maria che, terziaria francescana, ricollega la famiglia alla primitiva tradizione francescana da cui il complesso ha avuto inizio.

CORRIERE DI SALUZZO 17 FEBBRAIO 2005



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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