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STORIA DELLA

STORIA DELLA  MADONNINA DI BUSCA

 

La chiesa dove è conservata l’icona taumaturgica della Madonnina è la chiesa della SS Trinità, sorta nel 1655, appartiene alla  Confraternita omonima. E’  soprannominata  “La Rossa” a motivo del colore dell’abito che vestivano i Confratelli del sodalizio.

 ORIGINI DI UNA DEVOZIONE

La presenza  della Madonnina  e della devozione a questa Icona  nella chiesa della SS Trinità, ha origine nei fatti storici accaduti nel 1744 un anno molto triste per il Piemonte, specialmente per la città di Cuneo, assediata dalle truppe franco-ispane nella guerra di successione al trono d’Austria.  L’alleanza del Re Carlo Emanuele III   con gli austro-ungarici in favore di Maria Teresa d’Ungheria, aveva scatenato la reazione dei franco-ispani  i quali, scendendo dalla Valle Stura avevano posto l’assedio a Cuneo. Busca, così vicina,  non venne risparmiata dagli eventi bellici. Chiuse le porte della città , la comunità dovette sostenere per  un mese l’approvvigionamento  dell’esercito e del bestiame  mentre i terreni coltivati

venivano devastati.

 Successivamente venne invasa daglil spagnoli che svuotarono gli abitanti dei loro beni. Quando finalmente decisero la ritirata a Busca scoppiò la peste bovina: lo scarso bestiame sopravvissuto alle razzie nemiche morì. Questa epidemia  significava la disperazione della ppovera gente,  nessuno riusciva a trovare i rimedi adeguati.

In quei giorni,  pieni di tristezza,  accadde il fatto singolare  che diede origine alla devozione della MADONNINA.

Non  fu un’apparizione, ma un intervento  straordinario di Maria, una risposta della Madre  all’invocazione  piena di fede della gente che, disperata, si era rivolta a lei.

 

IL FATTO

Nella Via della Parrocchia, l’attuale via Roberto d’Azeglio angolo via Umberto, sul muro della casa Faucone, oggi  Beltrutti, c’era, secondo l’uso del tempo, un piccolo dipinto murale, un’icona medioevale che rappresentava Maria con in braccio il Bambino Gesù.

Dal punto di vista artistico l’immagine appariva, del tutto trascurabile  al gusto di un’epoca che, disprezzando il Medioevo, esaltava le esuberanti Madonne barocche. Il  dipinto di casa Faucone presentava un’icona che si richiamava al  tipo orientale dell’ Odighitria” (un termine greco che significa “colei che  indica la via”)   Stilisticamente si riferiva ai dipinti murali  dell’arte piemontese del ‘400, in particolare ai caratteri dei  Fratelli Tommaso e Matteo Biazaci

E’  lecito supporre  che il dipinto sia stata un’esperienza giovanile di questi  pittori, ma,  per il gusto del tempo, l’icona era di  tipo “troppo vecchio” per essere considerato e giaceva ormai nell’abbandono.

 Forse l’infuriare senza rimedi dell’epidemia e la necessità di cercare  l’aiuto di Dio, indusse  il proprietario Pietro Antonio Faucone a ricordarsi del dipinto  della sua casa, a ripulirlo dalla polvere  e ornarlo di quegli oggetti  di cui  la pietà popolare circonda le immagini sacre.

Un giorno accanto all’icona comparvero due mucche di cera. Chi le aveva messe? Qualcuno che aveva ottenuto la guarigione delle bestie?  Forse un contadino che, passando davanti alla casa Faucone, per informare le autorità, fu indotto a chiedere l’intercessione della Madre di Colui che aveva detto “chiedete e otterrete”. La peste cessò, la notizia della guarigione delle bestie si divulgò ben presto.

Era l’inizio di agosto 1745 quando avvennero questi fatti. Tutti ricorsero  presso quella immagine murale invocando Maria con il dolce nome di Madonnina

              Ben presto i muri della casa di Antonio Faucone si riempirono dei doni  riconoscenti  di coloro  che erano stati esauditi:  candele, immagini di membra malate in cera o di argento, grucce, tavolette

 votive, nastri, pezzi di tela  e filo e  offerte in denaro, il tutto amministrato da Antonio Faucone a decoro e devozione  dell’Icona.

Una tavoletta mostrava con vivezza la situazione originale dell’icona  sulla strada, circondata dei decori  realizzati da Giuseppe  Delamano  e dagli oggetti simbolici,      espressione del ringraziamento per i benefici ricevuti; Gli oggetti “ex voto” col trasferimento dell’immagine, vennero conservati sino agli anni 70-80 in un apposito locale della Rossa;  oggi purtroppo  sono  tuttI scomparsi.

 

collocazione dell’icona realizzata nel    1946 dal Porf. Cambursano nel                                                                            

santuario appositamente costruito

 

Estratto da Lovisolo Mirella “LA

MADONNINA DI BUSCA storia arte fede

 alla Rossa” 2001 Piasco – FRANCESCO

FINO “ La vita a Busca nel700- 1978-BUSCA

 

 

 



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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