4
- SANT’EUSEBIO E SAN DALMAZZO
L’evangelizzazione del Piemonte, com’è noto, fa capo principalmente a Sant'Eusebio
vescovo proveniete dalla Sardegna, evangelizzatore del Piemonte e fondatore
della prima Diocesi piemontese, Vercelli, nel 356. Eusebio anticipò l’azione
evangelizzatrice di Ambrogio e fondò nuove comunità; a motivo della sua netta
opposizione antiariana, l’imperatore Costanzo II lo condannò all’esilio in
Palestina. Egli scrisse, dal luogo del proprio
esilio lettere dirette ai suoi fedeli
tra il 355-360 in cui cita anche le comunità di Novara, Ivrea, Tortona e,
secondo una successiva lettura, anche
Aosta, Industria “et Agaminae ad Palatium”
(Crescentino)
L’opera evangelizzatrice di Eusebio dovette giungere
anche nel saluzzese se al suo nome sorsero cappelle e monasteri. A Saluzzo sulla via di Lagnasco in località Colombaro dei Rossi esisteva il monastero
benedettino detto di Sant'Eusebio la cui chiesa esisteva ancora nell’800
come la descrive Delfino Muletti: “nel mezzo delle campagne in una cascina
propria del capitolo della cattedrale, sorge la chiesa di Sant’Eusebio, la
quale da basilica, quale una carta dell’anno 1020 ce la definisce, è ora
ridotta a semplice cappella campestre….Nell’anno 1078 troviamo una donazione
fatta dalla Contessa Adelaide al monastero di Sant'Eusebio di Saluzzo, ma più
in là di quest’epoca non mi riuscì di rinvenire memorie di questo monastero,
onde incerto ci rimane il vero tempo del di lui primo essere” (D.Muletti, Saluzzo 1973 p .41) Il Dao, citando
il Savio (Cartario del monastero di Sant'Eusebio, vol. XV, Pinerolo 1901 p
11ss), spiega che il monastero era dipendente dall’ Abbazia di Santa Maria di
Cavour. La chiesa era detta basilica perché provvista anche di una struttura
che si apriva sul davanti per accogliervi i fedeli durante le funzioni sacre.
Il monastero continuò la sua esistenza sino al 1483 quando venne unito alla
nuova collegiata di S.Maria di Saluzzo. Dell’edificio ora non resta alcun
reperto, sul sito sorge una cascina.
Ben più nota la
romanica cappella di Sant’Eusebio di Casteldelfino, antica parrocchia
del primitivo centro “Villa Sancti Eusebii” del sec X. Da sempre in rovina, la cappella in questi
anni è tornata a rivivere, conserva l’originario campanile a vela e portale ad
arco architravato sorretto da telamone, l’incantevole edificio componente del
bel paesaggio alpino a ridosso del monte era segnato, sin dal Medioevo, da
grosse crepe. Nel 1391, infatti, il sovrastante picco della Guglietta
sgretolatosi improvvisamente franò e ostruì il corso del Varaita che tracimò e
distrusse il Borgo; solo la chiesa, sebbene danneggiata, fu risparmiata. Il
paese, Casteldelfino, venne ricostruito, sui piani dove sorge attualmente
intorno alla nuova parrocchiale di Santa Margherita.
Rimasta, testimone ferita delle origini, la cappella, nel
2000 è stata recuperata e oggi è destinata a centro museale
L’altro evangelizzatore di cui si
hanno notizie certe è San Dalmazzo la cui opera nel saluzzese è testimoniata da
due chiese intitolate al suo nome; quella ancora esistente è la chiesetta di Dalmazzo da cui proviene la citata epigrafe di Semplicius, ivi collocata. La pittoresca chiesetta sorge su uno sperone della
collina tra Saluzzo e Manta, si compone di un unico vano rettangolare
preceduto da portico chiuso con cancellate e, a nord, con lesene che indicano
la zona presbiterale con una breve campata e l’aula, con una campata più lunga
secondo schemi ricorrenti in chiese dipendenti da Pedona. Sarebbe già stata nominata
in un documento del 1120 come dipendenza dalla pieve di S.Maria col titolo di “Cappella
Sancti Dalmacii M. in montaneis”.
La denominazione venne dalla necessità
di distinguerla dall’altra, la cappella
di San Dalmazzo di Cardè detta “in
campanead cioè nella pianura, già
esistente nell’853 (D.Muletti 1829 V.I p 84, Dao 1965 p 8,9) ormai distrutta da
tempo.
La critica storica riconosce in San Dalmazzo un
evangelizzatore locale di Pedona, un predicatore laico vissuto prima della costituzione

della gerarchia
ecclesiastica, che svolse la sua azione missionaria in età pre-costantiniana e
fu poi venerato come santo. Prove della sua reale esistenza sono la tomba, il
culto attribuitogli fin da tempi immemorabili e l’annuale commemorazione fissa
– il 5 dicembre – ricordata già nei sec, IX-X. Liste episcopali manipolate
portarono erroneamente alla sua identificazione come vescovo di Pavia. In un
momento indeterminato, già nel sec.X, Dalmazzo venne “arruolato” tra i Martiri
Tebei al pari di altri santi locali: Ponzio, Costanzo, Magno e Chiaffredo.
L’abbazia di San Dalmazzo di Pedona, sorta sulla precedente memoria
paleocristiana (sec VI), voluta da Ariperto (701-712), è la più antica del
territorio. Dalmazzo sta all’origine
della prima cristianizzazione del Piemonte sud-occidentale. L’ampia diffusione
del culto di San Dalmazzo fa pensare ad un precoce irraggiamento del cenobio
benedettino con una penetrazione dovuta alla vitalità del culto antico
(G.Coccoluto 1995 pp 141-144)
Il più antico manoscritto contenente la vita di San
Dalmazzo e conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano è la Passio
Ambrosiana - secondo la definizione di Mons. Riberi - risale del sec.X, ma
si ispira ad un testo del sec.VI. L’Additio Moccensis, una vita di
S.Dalmazzo datata sullo scorcio del sec.IX, cita il luogo “qui vocatur
Pedona”, che individua l’abbazia come situata in questo luogo.
La continuità delle sepolture sino al
sec. V e l’esistenza di una cella
memoriae, piccolo edificio sorto su una tomba divenuta oggetto di
particolare venerazione, confermerebbe la funzione funeraria e martiriale della
prima chiesa. Lo scavo ha messo in luce un’abside di mt 6 di diametro della prima chiesa
paleocristiana (sec.VI) costruita sulla memoriae (…) dI San Dalmazzo (E.Micheletto
2005 p 15)
Attualmente a Borgo, uno
stupendo museo conserva e racchiude 17 secoli di fede, storia, arte intorno al
martirio di questo primo grande evangelizzatore
Bibliografia
M.LOVISOLO S:VALAZZA Grafie dell’anima, Origini cristiane
in Piemonte, (2° edizione) Cuneo
2009 p.135 ss
D.MULETTI Descrizione dello stato presente della città di
Saluzzo, Saluzzo 1973 p.41
C.E. SAVIO Cartario del monastero di Sant'Eusebio,
vol. XV, Pinerolo 1901 p 11ss
E.DAO 1965 pp.8 e 87
G.COCCOLUTO,
S.Dalmazzo di Pedona: culto di santi,
in Rivista Ingauna-Intemelia,
Bordighera 1995
CENTRO
CULTURALE PEDO DALMATIA, SamDalmazzo di Pedona, Borgo San Dalmazzo 2004 p 40
E.MICHELETTO-S.Dalmazzo
i Pedona e il museo dell’abbazia-2005