LE TRACCE, NELL'ARTE E NELL'ARCHEOLOGIA, DEL PRIMO
CRISTIANESIMO, NEL TERRITORIO SALUZZESE, PRIMA DELLA
COSTITUZIONE DELLA DIOCESI a cura di Mirella Lovisolo
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IL CAMMINO DELLA
FEDE NEL TERRITORIO SALUZZESE
Gli
EVANGELIZZATORI (LA LEGIONE TEBEA)
Mi approprio del bel titolo
dell’ultimo Convegno d’archeologia cristiana del Piemonte meridionale
dell’10-12 dicembre 2010, per procedere nel discorso sull’origine e sullo
sviluppo del cristianesimo prima della costituzione della Diocesi.
Altre importanti epigrafi cristiane sono emerse dagli
scavi del sec XX. A Revello dove
il Savio, (C.F.SAVIO, Torino 1938) segnalò la scoperta, presso la Cappella di
San Biagio dell’iscrizione di VALENTINIANO datata 28 febbraio
489 ora murata all’interno della cappella.
Lo stesso autore segnalava probabili siti archeologici
a S.Firmino e a S.Massimo. Nella vicina
Cavour all’interno dell’abbazia è segnalata (G.Mennella 1993) l’epigrafe che porta il nome del sacerdote presbiteri
Victor del 466, e di…OLA HONESTA
FEMINA; le cui citazioni consolari ne permettono la collocazione tra il 420-446 e quella di un presbiter
Proiectus (G.Coccoluto 1990 p.75) localmente in fama di santità.
Queste
testimonianze visibili rivelano la presenza e l’azione di primi missionari,
martiri, oppure no. Tra
questi evangelizzatori ci si aspetta la
citazione dei
E’ tradizione antichissima che le nostre valli siano state
evangelizzate da soldati romani convertiti al cristianesimo. Il nome di alcuni
di loro San Chiaffredo, San Ponzio, San Costanzo San Vittore, San Magno, San Vitale,
San Defendente, San Pancrazio e altri ancora è giunto sino a noi (Dao 1965,
p.10,11) Numerosi i pittori che, per aver vissuto nel periodo in cui i Tebei ebbero la
maggiore diffusione, li raffigurarono;
tra questi i Biazaci a
Casteldelfino, il Baleison e
Pietro da Saluzzo a Pagno e Hans Clemer
nella lunetta del Duomo di Saluzzo e nel polittico 1495

Tutti conoscono la
cappella di Castelmagno dove nel 1514 Giovanni
Botoneri raffigura questi
martiri (Ponzo, Costanzo, Maurizio
connotato dal vessillo simbolico,
Magno,Chiaffredo, Dalmazzo, Pancrazio ) La storia dei tebei come narra Franco Bolgiani (F.BOLGIANI Storia di Torino 1997 p 130ss), inizia a
diffondersi a partire da Lione nella metà del
sec.V la cosiddetta “Legione tebea” la cui fama giungerà
al nord Europa, nella padania sino a Roma. Eucherio severo monaco di Lerin
divenuto vescovo di Lione, ha dato forma letteraria primitiva al racconto nella
Passio Acaunensium martyrum.
Agaunum è l’attuale Saint-Maurice nel Vallese. La legione era detta
“tebea” in quanto composta di militari provenienti dalla Tebaide nell’Egitto
meridionale e inviata sotto Massimiano Erculeo nel Vallese per
perseguitare i cristiani. Eucherio racconta che i soldati della
legione, pur fedeli all’imperatore, si rifiutarono di uccidere i cristiani. Massimiano allora ordinò una prima
decimazione e poi diede ordine di sterminare tutta la legione. Appare subito
l’assurdità di far trasferire un’intera legione dall’Oriente per farla poi
eliminare. Il carattere leggendario del testo di Eucherio che parla di 6600
legionari, si rivela ancora di più se si considerano le fonti di
informazione, tutte indirette e
intessute di elementi leggendari. Sono stati trasmessi i nomi dei capi militari
della spedizione: Maurizio, Eusperio Candido cui si aggiunse Vittore il quale,
di passaggio, meledisse gli assassini e, dichiaratosi cristiano, venne messo a
morte. Il racconto si diffuse e fu causa del formarsi di cicli leggendari. Le
reliquie dei Tebei avevano cominciato presto a diffondersi anche perché i
soldati della legione Tebea, fuggiti da Agaunum andarono in varie direzioni,
inseguiti dai soldati imperiali e messi a morte là dove si trovano le loro
reliquie.
Sono numerosi, disseminati
singoli o a gruppi, i Tebei in Europa e in Italia. A Saluzzo le valli
piemontesi si popolano di questi martiri
dando luogo ad una vivace toponomastica di devozioni di nomi tebei. Il
più significativo nel nostro territorio
è San Chiaffredo che a Saluzzo è rappresentato in coppia con S.Costanzo compatrono della diocesi. Il nome Chiaffredo
ha diverse varianti: Gioffredo,
Zaffredus, Loffredo ecc, in realtà si tratta di un'unica persona.
Crissolo, Il Santuario
di S.Chiaffredo nel 1500 (da ex-voto)
sacra histoira thebea (Torino 1588,
ripubblicata 1604) Scriveva Antonio Ferrua nel 1950 sull’origine del culto di
S.Chiaffredo ( Boll. SSSAApC
30.11.1952 p 18): da questa tradizione del Baldesano dipendono quanti hanno
scritto sull’origine del culto del santo che, come ha dimostrato il P.Savio nel
1901, si può far risalire molto più indietro, è infatti confermato dall’atto dell’arcivescovo di
Torino del 1375 e dal breve di Clemente
VII del 1387 circa il conferimento di indulgenze. Il culto pubblico del santo
presso il santuario di Crissolo ha quindi origini molto antiche .
Secondo il leggendario racconto ( cito R.Pellerino,
D.Rossi in MISTA’ 2006 p 156)
Chiaffredo sarebbe fuggito sulle Alpi e qui raggiunto dai soldati romani
e ucciso nel 290. Il 18 novembre del
522 in seguito a circostanze miracolose
gli abitanti di Crissolo rinvennero
la sepoltura del santo ed eressero in suo onore una chiesa poi restaurata dal re longobardo Ariperto II nel sec VIII.
Sotto Ludovico II la primitiva struttura fu sostituita da un più grande
santuario, rimaneggiato già nel 1551 e destinato a subire nel sec XVI-XVII
l’assalto dei valdesi e degli ugonotti. Le reliquie del martire vennero
trasportate nel sec XVII nel Duomo di Saluzzo, la chiesa di Crissolo ebbe
successive trasformazioni; mentre
l’interno conserva ancora l’antica struttura con volta a sesto acuto, la
facciata è in stile eclettico di primo Novecento,
Anche se sull’origine del culto di San Chiaffredo, che
tanta devozione di pellegrinaggi ha sviluppato nella Diocesi, restano le incertezze di secoli poco
documentati, tuttavia il territorio della diocesi di Saluzzo ebbe
certamente degli evangelizzatori sin dai primi secoli dal momento che, già nel V secolo, esistono comunità
cristiane che ci hanno lasciato la testimonianza di epigrafi di credenti in
Cristo.
MIRELLA LOVISOLO