I BIAZACI DI BUSCA
Note di Mirella
Lovisolo

Tommaso e Matteo
Biazaci, pittori quattrocenteschi di Busca, sono
rimasti pressochè sconosciuti in patria sino alle ricerche compiute in ambito
scolastico negli ultimi decenni del '900. Citati alla fine dell'800 (1883) i dal Rossi e
dall'Azzier, localmente se ne aveva notizia attraverso l'opera monumentale del
Turletti di Savigliano del 1885. L'impulso della ricerca della loro attività,
era avvenuta dall'unico dipinto su tavola firmato da Tommaso nel 1478 che si
trova a Palazzo Bianco di Genova. Il quadro è firmato, rivela l'opera di
miniatore di Tommaso e proviene da Albenga, ma non si sa con certezza da quale
chiesa.
Costituiva
probabilmente il pannello centrale di un polittico dalla ricca incorniciatura, con le stupende tavole
su oro eseguite durante la permanenza nel convento di S. Bernardino di Albenga di cui ci dà notizia il Rossi e il nostro Mario
Bressì di Busca.
Nell'incantata
dolcezza della Vergine emergono le reminiscenze del tempo - il Gotico
internazionale, ma addolcito e senza asprezze del modellato. Il confronto dei cicli buschesi (nessuno delle
quali è firmato) con quest'opera, con rese possibile attribuire le opere locali
ai "Biazaci de Busca",.
I Biazaci sono stati pittori
predicatori itineranti, rappresentanti di una stagione culturale - la fine del
Medioevo - dove l'arte diventa il mass media insostituibile del sapere popolare
e dove questo "sapere" consiste nei contenuti della fede e nella conoscenza dei mezzi della salvezza eterna. Il linguaggio artistico di questi pittori è
quello che, ancorato ai modi tardogotici di Jacopo Jaquerio, si diffonde in
Italia e nella nostra provincia, sino a riempire di affreschi,
cioè di discorsi didascalici, ogni
cappella, una narrazione di fatti che diventa simile a quella del teatro
popolare con una didattica quanto mai efficace, la narrazione dei Biazaci
seppur legata al gotico internazionale, non ne ha le asprezze "si distende con
temperata compostezza" (Rotondi) rifuggendo da ogni espressionismo, più incline
alla dolcezza mediterranea che agli aspri accenti del Gotico nordico. L'impatto
cromatico è morbido e delicato, i volti dove maggiormente si esprimono i
sentimenti dei protagonisti , sono pervasi di
profondità spirituale contemplativa e, resi con precisione rivelano l'attività
miniaturistica di Tommaso.
Ne è un es. altissimo il S.Stefano
morente, splendido per l'intensità con cui è reso il sentimento del
martire (vedi articoli specie Buscaje e
corriere)
Nella cappella di S. Sebastiano la figura di Sebastiano della seconda scena
della volta. Così le Madonne: quella di Sampeyre, quella di Chiot Martin e
questa di S.Stefano di una bellezza "soprannaturale" sino alle Virtù di Montegrazie
e la bellissima della cappella Mater Amabilis
di Cuneo (il più antico nucleo del Santuario degli Angeli ora inserita nella
casa di cura. Giovanna Galante Garrone la riferirebbe a Pietro da Saluzzo ma la consuetudine dei tratti somatici me la fa riferire al migliore Tommaso).
Questo accento di soave mitezza viene
trasfuso da Tommaso anche nella raffigurazione dei momenti drammatici come è
quello della Pietà sul mur de chevet di S.Stefano. Anche
nella resa del dolore, mancano in Tommaso quegli accenti violenti che invece
appaiono in Canavesio sulla scia di Jaquerio: il dolore della madre, profondo e
contenuto, tenero e accorato quello dell'amico Giovanni e il Cristo, morto e
risorto, è dolcissimo. Anche nella situazione più
tragica i B. riescono a mantenere quella linea di dolcezza e tenerezza spirituale
che li caratterizza.
Non restano a Busca opere firmate, certamente gli inizi e la
costituzione della bottega è avvenuta negli anni
giovanili ed è ipotizzabile che tra le
numerose cappelle andate perdute o gli affreschi che ancora restano sotto
l'intonaco di altre, siano opera dei Biazaci. Tra gli affreschi in cappelle
ancora esistenti:
CAPPELLA DI S.STEFANO restaurata dal Comune nel 1988 ad opera
della ditta Carli e Rossellini di Racconigi;
la CAPPELLA DI S.SEBASTIANO presso il cimitero purtroppo in
grave stato di degrado in attesa dei
restauri programmati dalla Parrocchia.
Il trittico della parete sud della CAPPELLA DI MADONNA
DEL CAMPANILE
L'abside della CAPPELLA DI S.MARTINO purtroppo
ridipinti con tecnica irrecuperabile.
Altre opere o lacerti di affreschi
sono in corso di studio in Busca in
quanto presentano caratteristiche che li
avvicinano ai nostri artisti.
MARMORA
Nel 1988 scoperti gli affreschi che fiancheggiano l'ingresso
della parrocchiale di MARMORA, è venuta alla luce,
tra le figure di santi, un monito in
lingua italianizzante, con la firma di Tommaso Biazaci e la data 1459 un'opera
di che rivela artisti già maturi.
SAVIGLIANO
Nel 1465 Tommaso è a Savigliano per gli affreschi della torre dell'orologio del Comune.
Nel 1994-95 durante i
lavori di restauro dell'antica CHIESA DI S.GIOVANNI di Savigliano si
ebbe un'altra scoperta: venne alla luce un'intera vela
dell'antica chiesa capovolta nel 1454 al di sopra di una Annunciazione
attribuita sin dal tempo del Turletti, da Pietro da Saluzzo. Il Dott. Ciliento
della Soprintendenza ai Beni artistici e Storici di Torino che ha seguito i
lavori, li attribuisce con sufficienti ragioni ai Biazaci.
CHIESA DI S.GIULIANO A SAVIGLIANO. Il dottor Ciliento attribuisce i dipinti
esterni ai nostri pittori, non così Perotti.
CUNEO
CAPPELLA MATER AMABILIS (il più antico nucleo del Santuario
degli Angeli ora inserita nella casa di cura. La Dott.Galante Garrone la
riferirebbe a Pietro da Saluzzo, male
tipologie iconografiche e la consuetudine dei tratti somatici la fa riferire al
migliore Tommaso.
Tra l'attività saviglianese e quella ligure, iniziata
secondo il Rossi nel 1474, si collocano le altre opere
Piemontesi della Valle Maira e Varaita
Nel 2000 sono stati recuperati gli affreschi della cappella di SAN PIETRO
DI MACRA
Con la danza macabra e una data forse 1461 (M.Piccat)
In questi anni è stata recuperata la cappella di S.Orsola
a S.Giovanni di CARAGLIO
dipinta dai Biazaci
A VALGRANA nella CASA DELL'OSPIZIO resta la
bella TRINITA' dello stesso tipo iconografico di quella di MELLE(Valvaraita)
opera che si è salvata fortunosamente dalla distruzione dell'Ospizio su cui era
dipinta.
VALLE VARAITA
SAMPEYRE - Gli splendidi affreschi della parrocchiale
nella prima cappella a sinistra con scene dell'infanzia di Cristo.
CHIOT MARTIN DI Valmala, con la bella Madonna in trono e tracce di affreschi. E' visibile la data: 1474 e i nomi dei
Biazaci.
MELLE . La SS Trinità sulla casa dell'Ospizio
La PARROCCHIALE S.MARGHERITA A CASTELDELFINO (forse
ultima opera?)
LIGURIA
NEL 1474 Tommaso e Matteo lavorano
in LIGURIA AD ALBENGA - Madonna di Palazzo Bianco
ASSUNTA AI PIANI DI IMPERIA firmata da Tommaso nel 1488 con la
bella serie delle Sibille
CHIESA PARROCCHIALE DI S.MARIA ASSUNTA a PIANI DI IMPERIA
(1427) antica pieve
Narrazione delle storie del TRANSITO, LA
DORMITIO E ASSUMPTIO VIRGINIS MARIAE. Grande racconto per immagini con didasacalie. Opera di
Tommaso Biazaci del 1488
Notevoli le 14 SIBILLE nello zoccolo. Figure profetiche che avevano annunciato la venuta di
Cristo.
Il ciclo occupa la parte che in origine era il
presbiterio della precedente chiesa Cappella di S.Lorenzo datata 1490
Fonte letteraria: scritto dello Pseudo Giuseppe
d'Arimatea, apocrifo.
S.BERNARDINO DI ALBENGA con i cicli escatologici
La chiesa e il convento costruiti nel 1466, vennero confiscati
dai napoleonici nel 1869. La chiesa usata come carcere, il convento come caserma.
Il restauro del complesso venne concluso nel
1985. L'aula della chiesa appare divisa a motivo del reimpiedo, così i dipinti che,
realizzati dai due fratelli nel 1483 contemporaneamente a quelli di Montegrazie, presentano lo stesso
tema
MONTEGRAZIE
(IM)
Santuario mariano sulla collina centro
devozionale della gente del mare. Nascosta tra gli ulivi, è tra le costruzioni più significative
del tardogotico della Liguria Occ.. Costruita nel 1450. All'interno un vasto
ciclo di affreschi: a sinistra, l'opera dei fratelli Biazaci di Busca (1483)
presenta scene della vita d'oltretomba, espressione di una didattica popolare
medioevale sulle realtà ultime; realizzata con i mezzi espressivi destinati a
creare forti emozioni.
Sull'abside sinistra,
bellissima, scene della vita del Battista firmata e datata 1484
ALTRE OPERE sono ATTRIBUITE IN LIGURIA