GIOVANNI GIOVENALE
ANCINA Vescovo di Saluzzo
(1602-1604)
La
Diocesi di Saluzzo celebra i 400 anni della sua morte
Il suo tempo.
La seconda metà del sec. XVI, il tempo in cui visse il Beato, è
contrassegnata dall'
impegno
della Chiesa Cattolica ad attuare quel profondo rinnovamento
della
vita cristiana che larivoluzione protestante,
scoppiata violentemente nel primo
quarto
del secolo, aveva dimostrato drammaticamente necessario e urgente.
La spinta riformista che, sin dal sec. XV veniva dal basso cioè dalle
confraternite,
dai
movimenti religiosi e laici, e da umanisti, trovò nuovo impulso nelle
grandi figure dei santi del sec. XVI. S.Antonio Maria
Zaccaria (1502-39)
chepromuoveva nell'Italia settentrionale la riforma del popolo con
le missioni e
il
richiamo all'Eucaristia e l'istituzione delle Quarantore a Milano; S.Girolamo
Emiliani (1486-1547) cherispondeva a Lutero con meravigliose istituzioni di
carità,
S. Gaetano Thiene (1480-1547) con l'assistenza
agli infermi. Contemporaneo
dell'Ancina troviamo ancora S.Camillo
de Lellis(1550-1614)
il cui
programma era l'eroica carità verso gli ammalati.
Sostenevano la necessità della riforma contemplativi come
S.Teresa d'Avila e S.Giovanni della Croce e poi
S.Ignazio Loyola che ne sarà uno dei
grandi realizzatori insieme a S.FracescoSaverio
missionario
in Oriente. A Roma sosteneva l'idea della riforma
S. Filippo Neri che cercava le anime dappertutto: nei
fondachi nelle botteghe di
merciaiuoli, tra i banchi e sulle vie ottenendo stupendi frutti di conversione
e
poi Carlo Borromeo
che sarà il braccio destro del papa nell'ultima fase del
Concilio di Trento e ispiratore
di S.Francesco di Sales,
apostolo
dei calvinisti e amico dell'Ancina. Furono questi e
tanti altri ancora gli
ispiratori decisivi del movimento di Riforma che doveva
trovare
attuazione nel Concilio di Trento
(1545-1563).Essi forono manifestazione
concreta
della presenza efficace dello
Spirito Santo nella Chiesa di Cristo che, nonostante le ombre degli uomini,
resta
secondo la parola di Gesù:
Le porte degl'inferi non prevarranno
(Mt16,189)
Io sarò con voi sino alla fine
del mondo (Mat.28,20)
NOTIZIE IN SINTESI SULLA VITA DEL BEATO GIOVANNI GIOVENALE
ANCINA( 1545 - 1604 )
VESCOVO
DI SALUZZO 1602-1604

ANONIMO Il Beato Giovenale Ancina incisione su rame assegnabile al 1656

Saluzzo,Duomo,Controfacciata
F.Mensi Incontro
a Carmagnola tra S. Francesco di Sales
e il Beato Ancina 1864
Giovanni
Giovenale Ancina nasce a Fossano
il 19 ottobre 1545. Dopo aver frequentato le scuole della città, a 15 anni
circa, viene inviato a studiare a Montepellier.
Ritornato in patria, proseguì gli studi a Mondovì,
dove era presente un centro ben avviato di studi, patrocinato dal duca Emanuele
Filiberto. Alla scuola di illustri insegnanti fu
ottimamente preparato per sostenere il pubblico esame di laurea.
Nell'anno
1566 andò a perfezionarsi nello studio della medicina a
Padova e, nel gennaio dell'anno seguente, a Torino si laureò brillantemente "In artibus
et medicina", alla presenza del Senato
accademico, del Nunzio apostolico e degli ambasciatori di Venezia e Ferrara.
Nonostante la sua giovane età venne aggregato ai
professori di quella università.
Nell'anno
1574, Emanuele Filiberto mandò a Roma in qualità di
ambasciatore il Conte Mandrucci e Ancina
lo seguì come medico personale.
Ottobre 1545. Dopo aver frequentato le scuole della città, a 15 anni
circa, viene inviato a studiare a Montepellier.
Ritornato in patria, proseguì gli studi a Mondovì,
dove era presente un centro ben avviato di studi, patrocinato dal duca Emanuele
Filiberto. Alla
scuola di illustri insegnanti fu ottimamente preparato
per sostenere il pubblico esame di laurea. Nell'anno 1566 andò
a perfezionarsi nello studio della medicina a Padova e, nel gennaio dell'anno
seguente, sostenne a Torino l'esame con la tesi di laurea "In artibus et medicina", alla
presenza del Senato accademico, del Nunzio apostolico e degli ambasciatori di
Venezia e Ferrara.
Nell'anno
1574, Emanuele Filiberto mandò a Roma in qualità di
ambasciatore il Conte Mandrucci e Ancina
lo seguì come medico personale.

G.ROLLINI, Il Beato Ancina che
predica
Olio su
tela, firmato e datato 1890; cm. 210x298 Fossano
(CN) Duomo
Ospite di questa famiglia,
ebbe la possibilità di frequentare il Collegio Romano dove insegnava il Card. Bellarmino, gesuita, e corsi di teologia tenuti da teologi
notissimi. Nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, San
Filippo Neri spezzava il pane della dottrina cristiana con semplicità e
grande profitto dei partecipanti, fra cui l'Ancina,
che nel frattempo si affidò alla sua direzione spirituale. Nel mese di ottobre del 1580, Filippo Neri lo accettò con suo
fratello Matteo nella Congregazione dell'Oratorio.
Due anni dopo
Giovanni Giovenale fu ordinato sacerdote e nell'ottobre del 1586 Filippo Neri
lo inviò a Napoli come rettore del Collegio oratoriano
dove rimase per circa 10 anni esplicando il meglio dei
suoi carismi. Fu collaboratore in alcuni scritti del cardinale Baronio, che lo presentò al Papa come sacerdote di grande vita spirituale e di dottrina.
Clemente VIII, nel
Concistoro del 26 agosto 1602, lo preconizzò vescovo di Saluzzo
e la domenica del 1° settembre, nella Chiesa Nuova, la consacrazione episcopale
conferì all'Ancina la pienezza del Sacerdozio.
Nei giorni 3 e 4
maggio 1604, festa della S. Croce, avviene a Carmagnola
il celebre incontro dell'Ancina con S. Francesco di Sales. In tale occasione Mons. Ancina pregò Francesco di Sales,
vescovo di Ginevra, a tenere l'omelia. Terminata la funzione
l'Ancina rallegrandosi con Francesco per la
sua dotta e accessibile parola gli disse: "Tu vere sal
es!" - riferendosi al nome Sales.
Ma prontamente S. Francesco, anche lui riferendosi al
nome Saluzzo, replicò all'Ancina:
"Tu iurmo sal e lux,
ego neque sal maque lux".
Morì prematuramente
il 31 agosto 1604 e la causa del suo decesso non fu mai chiarita; rimase il
sospetto di un avvelenamento perpetrato da una persona che aveva richiamato
alla santità di vita.

Duomo-Altare del beato Ancina
Il
Beato Ancina è sepolto nel presbiterio del Duomo di Saluzzo. Il popolo lo ebbe subito in venerazione di santità
tanto che nel 1619 fu iniziato il processo canonico sull'eroicità delle sue
virtù. La causa di beatificazione fu impostata sul martirio e per tale motivo
incontrò numerose difficoltà. Detta causa riprese più volte e portò alla sua
proclamazione di Beato da parte di Leone XIII il 9 febbraio del 1890.
Fonti
Bibliografiche:
www.oratoriosanfilippo.org
B. L., VITA, VIRTÙ, MIRACOLI DEL BEATO
GIOVANNI GIOVENALE ANCINA VESCOVO DI SALUZZO: in compendio per opera di un
canonico della Cattedrale di Saluzzo; con appendice
sulla canonizzazione dei Santi, Saluzzo, Lobetti Bodoni,
1890.
DELLA
CHIESA FRANCESCO AGOSTINO, (1593-1662) Della vita del servo di Dio monsignor
Giovenale Ancina vescovo di Saluzzo
libro primo. Torino: Cavalleri,
1629.
SECONDA EDIZIONE CURATA DA DON ETTORE DAO, per i tipi di Gribaudo, Cavallermaggiore 1992.
DAMILANO DON PIERO, Giovenale Ancina musicista
filippino (1545-1604), ed. Leo S. Olschki, Firenze
1956.
DAMILANO
DON PIERO, G. Ancina e la lauda cinquecentesca, tip. f.lli Bocca, Milano, 1953
DAO
ETTORE, I Vescovi di Saluzzo, Cronotassi
dei pastori della Diocesi dal 1511 al 1983, ed. L'Artistica, Savigliano 1983..
PELLEGRINO
MICHELE (1903-1986), Il beato Giovenale Ancina,
illustrazioni di Attilio Corsetti, Alba Roma stampa
1940. Esiste una seconda ed. riveduta
dal Sac. Dao Ettore, Saluzzo
1968.
www.
Natale Pasquale Il Beato Ancina - Ed. Il Corriere di Saluzzo Saluzzo novembre 2004