DALLE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO NEL TERRITORIO, ALLA COSTITUZIONE DELLA
DIOCESI DI SALUZZO
L’idea è venuta dall’ascolto
di una riflessione del biblista Don Carlo Cravero nella solennità della Chiesa
Locale. Egli ha detto: “Il momento in cui viene costituita una Diocesi non è il
momento in cui nasce la fede in quel luogo, qualcosa c’era già prima…”Siamo
edificati sul fondamento degli Apostoli” e sul loro annuncio fondamentale
“Cristo è morto ed è risorto”. Un annuncio da cui è nata la nostra storia”.
Anche la nostra Diocesi è
stata preceduta dall’annuncio di apostoli, sconosciuti forse o talvolta
circondati di leggenda, ma evangelizzatori che hanno lasciato tracce visibili
di un cristianesimo che è cresciuto e si è sviluppato nella Chiesa giunta a
noi.
Vorrei considerare in
questi appuntamenti mensili, redatti con la consulenza dello storico Giovanni
Coccoluto della S.S.S.A.A.d.P.C, i
monumenti, i reperti archeologici e le epigrafi; le tracce di questo
cristianesimo delle origini cristiane nel saluzzese. L’argomento è tratto della mostra “Grafie dell’anima
“alle“Origini del cristianesimo in Piemonte” In queste righe, vediamo, passo
passo, il cammino della fede nella nostra terra.

1) Le prime tracce
Quello che attualmente
costituisce il territorio piemontese (e quindi saluzzese) faceva parte, nella
suddivisione tracciata da Augusto, della Regio Ii X Italiae ed era abitata dai Liguri. I Romani costruirono
strade e fondarono città (Cfr. F.
BOLGIANI, in Storia di Torino, Torino 1997, E.DAO,1965 p 1 ss.) .
I documenti sull’origine del cristianesimo nel Piemonte sono molto scarsi. La
cristianizzazione ebbe tempi lunghi di diffusione diversi da luogo a luogo;
procedeva probabilmente da Milano; antiche leggende facevano appello
addirittura a San Barnaba per l’evangelizzazione di Milano e del Nord Italia e
anche a San Pietro e San Paolo.
Un
altro focolaio di evangelizzazione del Piemonte, potrebbe essere rappresentato dai centri della Gallia
dove, nel sec.II a Lione, era vescovo S.Ireneo. “Esiste inoltre una
testimonianza di S.Gregorio di Tours, (E.DAO,1965, p.8) secondo cui nel sec III
furono numerosi i missionari laici, come S.Ponzio
di Cimella (Propyleum ad Acta Sanctorum, MARTYROLOGIUM ROMANUM ad formam
editionis tipicae scholis historicis instructum, Bruxelles 1940 p 188) che
dall'Italia raggiungevano la Gallia e vi svolgevano intensa attività
apostolica”.
Certamente uno dei nuclei più
importanti di diffusione del
cristianesimo in Piemonte, è
rappresentato da Vercelli
col vescovo Eusebio fondatore della chiesa del Piemonte (metà del sec. IV)
al cui nome nella nostra diocesi sono
intitolate chiese e cappelle. Tra gli evangelizzatori emerge San Dalmazzo di Pedona, che avrebbe
svolto la sua prima attività nelle vicine
valli del Vermenagna e del Gesso per poi estendersi ad altri territori.
Secondo la tradizione fu martirizzato in quel luogo con altri 29 compagni nel
253
Le città, già fondate dai romani, divennero ben presto centro di diffusione della fede.
Nell’Italia settentrionale la prima
Diocesi fu quella di Milano, fondata non prima
del 200, in Piemonte, Vercelli, fondata dal primo vescovo Eusebio
nel 356, cui nel nostro territorio sono dedicate numerose cappelle.
Eusebio dal suo esilio, (355-360)
scrive lettere ai fedeli di Vercelli e cita le Chiese di Novara, Ivrea, Tortona. In seguito
troviamo Torino staccatasi dalla fondazione eusebiana, a questa
diocesi appartenne sempre il nostro
territorio sino alla costituzione della Diocesi di Saluzzo.
Dal
V secolo si ha notizia delle Chiese di
Alba, Asti, Aosta, Acqui. Questo sorgere di nuove diocesi testimonia
la penetrazione lenta ma profonda del cristianesimo nella provincia e della sua
apertura verso le aree rurali della regione
La
cristianizzazione rurale in Piemonte
fu più lenta, a motivo del persistere dei culti pagani nelle campagne. Dai
sermoni di S.Massimo Vescovo di Torino - tra la fine del IV e l’inizio del V
secolo – abbiamo notizie sulla conversione del popolo rurale che costituì il
problema prioritario dei vescovi
dell’Italia Nord Occidentale; non trapela però nulla sul modo con cui i vescovi attuavano
l’evangelizzazione; la maggioranza
delle attestazioni sono circoscritte ai centri episcopali e alla fede
professata nelle città, per questo motivo si cerca luce nella documentazione
epigrafica, tenendo conto che il fenomeno dell’evangelizzazione rurale non
si esaurì nel IV sec., ma proseguì nei tre secoli successivi (sec
VI-VII-VII).L’attestazione dell’evangelizzazione rurale è costituita di 34 epigrafi tra V e VII secolo,
provenienti dal Saluzzese, Cuneese, dal Tortonese, dal Novarese dal Vercellese.
L’epigrafia documenta in modo
appariscente la fase del primo cristianesimo, in cui le chiese rurali si presentavano quali possibili poli della
cristianizzazione in una realtà
latifondista romana precedente. In queste epigrafi di pietra , di solito
funerarie, compare sempre il formulario
tipicamente cristiano: una scritta che rivela dati storici, la data di morte
con la citazione del console e un
simbolo cristiano, la croce, il
chrismon, il monogramma, la colomba. L’epigrafe
è uno dei documenti più rilevanti per conoscere la realtà delle origini
cristiane
Nel territorio della Diocesi di Saluzzo sono emerse epigrafi notevoli. Da San
Dalmazzo di Saluzzo - chiesa
probabilmente associata ad un insediamento altomedievale che continua la
presenza di un precedente fondo romano - proviene l’epigrafe di Simplicius datata 29 luglio 645 ora
al Museo archeologico di Torino. L’epigrafe si trova sul retro di una
iscrizione romana e segna la continuità di frequentazione del sito con una
presenza ormai cristiana
EPIGRAFE
DI SIMPLICIUS da S.Dalmazzo di Saluzzo
Foto Museo di Antichità di Torino, SAT n.468 neg n: 33542
CON ILTESTO
Hic
requiesce[t] | in somno paces b(onae) m[(emoriae)] | Simplicius condu[c]|tor
qui vixit in sec[ulo] | annos pl(us) m(inus) LXXV rec[es]|set de hac lucem subl[atus]
| tercio kalendas iu[li]|as regnante d(o)m(i)n(o) nos|tro Rothari rege | anno
IX indiccione | tercia feliciter (29 luglio 645).
.
Più antica l’epigrafe, ritrovata a STAFFARDA In uno degli ambienti rustici dell’abbazia
nel 1811; l’iscrizione di HONORATA, datata 6 febbraio 620. Il
ritrovamento confermerebbe l’ipotesi di un agglomerato precedente l’abbazia,
forse una
EPIGRAFE DI HONORATA Museo di Antichità –Torino
Torino, SAP, n.478,
negativo n.5313
chiesa campestre intorno a
cui potrebbe essersi coagulato un nucleo abitativo. La comparsa di muri e cotti
romani confermerebbe l’ipotesi (Savio) Nell’epigrafe compare la formula “in
somno pacis” propri dell’epigrafia del primo cristianesimo del Piemonte
sud-occidentale
MIRELLA LOVISOLO
Bibliografia
Cfr. G. MENNELLA, La cristianizzazione rurale in Piemonte. Il contributo
dell’epigrafia, in L. MERCANDO-E.MICHELETTO, Il Medioevo
(vol. III), Torino 1998.
G. MENNELLA e G. COCCOLUTO, Liguria reliqua trans et cis Appenninum
(Inscriptiones Christianae Italiae septimo seculo antiquiores), IX, Bari
1995.
G.COCCOLUTO
– Prima di Staffarda. Il territorio circostante l’Abbazia fra V e XII secolo in
L’Abbazia di Staffarda e l’irradiazione cistercense nel Piemonte Meridionale -
Storia e Storiografia 21- a cura di Rinaldo Comba e Grado G.Merlo. Cuneo 1999 -
Atti del Convegno 1998.