PAOLO ACCANTO A PIETRO
NELL'ARTE DEL SALUZZESE
ll bel
volume uscito recentemente col titolo: "Arte nel territorio della Diocesi di
Saluzzo", presenta il grandissimo lavoro di schedatura dei Beni culturali, realizzato
dall'Ufficio preposto della Diocesi saluzzese negli scorsi anni e offre
un'ampia panoramica delle opere d'arte di cui sono ricche le chiese e le
cappelle del territorio.
Nell'ambito
delle celebrazioni del bimillenario di San Paolo abbiamo cercato, le più
significative presenze dell'iconografia del Santo. La figura di san Paolo, nei dipinti delle chiese diocesane,
è raffigurata sempre accanto a quella di san Pietro in un discorso simbolico
che ha come convergenza la Chiesa fondata sulla parola di Gesù, da Pietro
apostolo dei circoncisi (ebrei) " e da Paolo e l'apostolo delle genti (i
pagani) " (Gal.2,7) Quest'uso iconografico risale alle origini, come appare
dalle testimonianze letterarie del I e II secolo, la lettera di
Clemente Romano ai Corinzi, databile alla fine del I secolo e, nel sec II,
quella di Gaio, un presbitero della Chiesa di Roma che, polemizzando con un
montanista sui luoghi dove erano sepolti gli Apostoli, dichiara: "Io potrò
mostrare i trofei degli Apostoli: se andrai in Vaticano e sulla via di Ostia,
troverai i trofei di coloro che hanno fondato questa Chiesa" (Eus. H. E. II,
25,7).

Sarcofago del Cimitero Vaticano, sec IV, Pietro riceve la legge Pietro applaude
LE TESTIMONIANZE
ARCHEOLOGICHE
Le testimonianze archeologiche tra
i secoli secondo, terzo e quarto, sono
molto importanti per un tempo come quello, privo di immagini. Un'iscrizione trovata nella necropoli Laurentina
di Ostia di fine II secolo (CIL XIV 566) in cui un membro della gens
Annaea, la stessa di Seneca, pone una dedica al figlio M. Annaeo Paulo Petro,
un inconsueto doppio cognome, che compare solo qui. Atro importante documento archeologico, è il complesso dei graffiti con invocazioni
Pietro e Paolo Museo di Aquileja
e preghiere a Pietro e Paolo
lasciate dai fedeli nel sec III sulle
pareti della Memoria Apostolorum, la triclia della Catacomba di San
Sebastiano a Roma
quando i resti dei due apostoli durante
la persecuzione di Valeriano del 257 vennero provvisoriamente trasportate ad catacumbas. (A.Ferrua,
1990, pp. 20,21).
NEL SEC. IV
L'arte nelle sculture dei sarcofagi del sec. IV ha sempre
accomunato Pietro e Paolo, li ha presentati accostati o accanto a Cristo raffigurato
nell'atto di consegnare loro il mandato; dialoganti (come apparirà nella
settecentesca pala di S.Lorenzo a Chianale), abbracciati, o associati nella sorte del martirio come nei Sarcofagi
di Passione del sec IV nei Musei Vaticani di Roma. Qui la figura di Paolo è sempre rappresentata secondo
le descrizioni delle fonti più o meno canoniche:
segnato da un'incipiente calvizie, la barba quasi incolta e appuntita, basso
di statura, le gambe curve, il naso aquilino. Mostrato nell'atteggiamento
pensoso e ispirato del filosofo o nel gesto dell'acclamazione; accompagnato dal
rotolo, la corona, (simbolo del premio) il libro, soprattutto la spada, simbolo
iconografico dell'apostolo che predica la parola di Dio viva efficace, più
tagliente di una spada a doppio taglio" (Eb.4,12) e simbolo del suo
martirio. Per Pietro, oltre alla folta capigliatura, è essenziale la presenza
delle chiavi conferitegli da Cristo (Mt. 16,28) e talvolta il libro
Graffiti con invocazioni a Pietro e Paolo, catacomba di
S.Sebastiano, sec III
LE OPERE IN
DIOCESI DI SALUZZO
Le opere che,
in Diocesi, testimoniano il culto ai due fondatori della chiesa di Roma, sono
numerose. Da Hans Clemer a Revello, alle opere del Duomo di Saluzzo; dai
dipinti di Busca a quelli di Sampeyre. Tra le più antiche, abbiamo l'abside
della Chiesa di San Peyre di Stroppo dove Pietro e Paolo,
caratterizzati da notevoli fissità espressiva, panneggi ridondanti e spiccatamente
gotici, sono collocati solennemente accanto al Cristo in trono
A Busca
dove, nella cappella di San Brizio a Morra San Giovanni, Pietro e
Paolo, tra gli altri santi, sono esaltati da campiture di colore luminoso,
nella Cappella di S.Stefano, la scena del martirio vede l'insolita
figura del giovane Saulo che
custodisce i mantelli del lapidatori. Una scena che ci parla di Saulo,
implacabile persecutore dei cristiani prima dell'incontro con Cristo sulla via
Damasco, un evento che lo travolse, fino a farlo diventare Vangelo
vivente: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (Gal.2,20)
Molto significative all'ingresso del Duomo di Saluzzo, le statue in
cotto dei due apostoli, primi protettori del Marchesato; si elevano su colonne ottagonali e fiancheggiano, quasi
custodiscono, l'entrata; sono fortemente caratterizzate e plasticamente
risolte, opera del 1511, attribuita a
Benedetto Briosco. Un'opera particolarmente interessante, sempre nel Duomo, ci
sembra l'altare marmoreo dei Ss.Pietro e Paolo posto a sinistra
nel deambulatorio. Recava la data, oggi non più visibile, del 1520, venne
attribuito a Matteo Sanmicheli o a Benedetto Briosco junior, comunque ad uno
scultore lombardo.
Lo sviluppo tematico dell'opera è fortemente cristocentrica: dall'Incarnazione del Verbo -
l'Annunciazione e il Natale - alla morte, (indicata dalla presenza dei soldati
travolti), alla Risurrezione. Il complesso scultoreo è come sostenuto, nella
struttura architettonica di base, dalle belle figure di Pietro e Paolo che
conferiscono al complesso un contenuto chiaramente ecclesiale: la Chiesa delle
origini annuncia Cristo, il Verbo
incarnato, morto e Risorto; l'annuncio Kerigmatico che, dalle origini, si è
trasmesso lungo i secoli, sino a noi. Concludiamo con le raffigurazioni della parrocchiale intitolata ai Santi
Pietro e Paolo di Sampeyre dipinta dai Biazaci di Busca
tra gli anni '70 e '80 del sec. XV. Nell'ampio spessore del sottarco della
cappella a destra, i Santi Pietro e Paolo sono collocati dentro una nicchia
colorata di rosa come la parete e il pavimento. S.Paolo trattiene con la
sinistra il mantello rosso e sorregge il libro, con la destra sostiene la lunga
spada, osservato benevolmente da Pietro accanto a lui. Paolo è caratterizzato
da uno sguardo deciso e penetrante rivolto all'osservatore. Il pittore ha caricato l'immagine dalla
vivezza espressiva che scaturisce dalla lettura delle forti lettere di questo
cofondatore del cristianesimo, esprimendo quel mandato che l'ha visto
infaticabile fondatore di numerose chiese dell'Asia minore sino a Roma,
una forza decisionale: "Guai a me
se non avangelizzo!" (I Cor.9,16) che il pittore sembra aver sottolineato nel
piede destro posizionato in partenza.
Purtroppo l'iconografia consueta
non riesce a rendere totalmente la figura di Paolo nella sua umanità,
caratterizzata anche dalla debolezza, dalla spina nella carne" e dalla
preoccupazione paterna per le comunità fondate. Paolo innamorato di Cristo lo
era anche dei fratelli, per essi diventa il cantore della libertà
dei figli di Dio esprimendo accenti di indimenticabile affettuosità. Guadagnando
Cristo, Paolo guadagna anche la sua apertura di sentimenti nei confronti
dell'umanità. "San
Paolo scrisse il beato Don Alberione - è un cuore: un cuore avvampante d'amore
verso Dio; un cuore tenerissimo di affetto per i suoi. Il cuore di Paolo è
diventato il cuore di Cristo; e Gesù ha cambiato questo cuore di leone feroce,
spirante minacce e furente di stragi, in un cuore di tenerezza"
Corriere di Saluzzo 20 febbraio 2009
Bibliografia
A.FERRUA, Catacomba di S.Sebastiano, Roma,
1990, pp. 20,21.
R.ALLEMANNO,.DAMIANO, G.GALANTE GARRONE Arte nel territorio della
Diocesi di Saluzzo , Savigliano 2008
MARTA
SORDI: San Paolo: il maratoneta del Vangelo. in avvenireonline
26/07/2007
M.FORA Scheda Iscrizione di Marcus Anneus Paulus in PIETRO E PAOLO catalogo mostra, a
cura di A,Donati, Milano
2000, p 233