IL TETRAMORFO:
SIMBOLI DEGLI EVANGELISTI

Busca(CN)-S.Stefano-Fratelli Biazaci
1450c.-Catino absidale-Apocalisse cap.IV
ORIGINE DEI SIMBOLI
I simboli degli evangelisti
derivano essenzialmente dall'archetipo
dei cherubini di Ezechiele, figure già presenti nella
simbolica assira a Babilonia (i Karibu)
e anche nell'Antico testamento: i cherubini dell'Arca.
La fonte scritturistica
dei simboli degli evangelisti si fa infatti risalire
al cap.1 di Ezechiele 1,10 e 1,26 e poi al cap.4 dell'Apocalisse di Giovanni.
EZECHIELE
Al cap
1,10 dice: 'Io guardavo ed ecco un
turbinio di fuoco che splendeva tutto intorno e in mezzo un balenare di elettro incandescente. Al centro apparve la figura di
quattro esseri animati' avevano sembianza umana e avevano ciascuno quattro
facce e quattro ali. Avevano fattezze d'uomo e fattezze di leone a destra e di
toro a sinistra, e ognuno dei quattro fattezze
d'aquila', ciascuna si muoveva davanti a se dove li spirito li dirigeva una
ruota al loro fianco. Al di sopra vi era una specie di firmamento simile a
cristallo disteso sopra le loro teste. Sopra il
firmamento apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questo in
alto una figura dalle sembianze umane splendido come l'elettro. Era circondato
da uno splendore il cui aspetto era simile all'aspetto
dell'arcobaleno nelle nubi di un giorno
di pioggia. Tale mi apparve l'aspetto del Signore
Il numero quattro è
fondamentale nell'antichità e suggerisce l'idea dell'universalità. 4 e 24
corrisponde ai due ritmi naturali dei cicli delle stagioni e delle ore, quattro
sono i punti cardinali caratterizzati dai colori dei quattro cavalieri
dell'Apocalisse, quattro gli angeli distruttori ritti ai quattro angoli della
terra, quattro le mura di Gerusalemme ognuna con tre porte e con i nomi dei 12
apostoli eredi tipologici delle 12 tribù di Israele
che a loro volta sono messi in rapporto ai 12 segni dello zodiaco. Le 12 tribù
sono messe in quadrato, quattro per
lato, come il tempio ideale di Ezechiele dato dalla disposizione dei 4 viventi che
circondano il trono dell'eterno. Una disposizione che è in
rapporto col carro divino in cui molte religioni hanno fatto il trono della
divinità. Un targum dello pseudo
Gionata dice che le tribù si radunano tre per tre sotto
lo stesso emblema e gli emblemi sono appunto quelli del tetramorfo.
Il leone: tribù di Issacar, Zabulon, Giuda;
l'uomo: Ruben, Simeone, Gad,
il toro: Efrain,
Manasse, Beniamino;
l' aquila: Dan, Aser, Neftali.
La tradizione giudaica fa
corrispondere a ciascuno dei viventi le quattro lettere del nome divino YHWH: Y
corrisponde all'uomo, H al leone W al toro H all'aquila.

L' ARCOBALENO
Il profeta vede, colui che è sul trono, circondato dallo splendore
dell'arcobaleno. Nelle absidi e sui muri delle cattedrali il popolo apprende
l'altissima lezione su Dio il cui splendore è simile a diaspro ed è circondato dallo splendore simile a quello
dell'arcobaleno. Luce e colore sono il simbolo più
diffuso della raffigurazione di Dio nella Bibbia. Il colore della luce il BIANCO è la
massima espressione della luce ed è la sintesi di tutti i colori, questi
compaiono nell'atmosfera quando la luce bianca viene scomposta da un mezzo, es.
goccioline d'acqua. Il bianco è il colore del divino e nelle visioni l' Altissimo è bianco splendente Incandescente.
GIOVANNI
Prima di iniziare
l'Apocalisse, la narrazione simbolica dei tempi storici della salvezza e degli
interventi salvifici di Dio, Giovanni dipinge nel cap. IV una visione che costituisce lo sfondo della
sua opera. Tale visione, oggetto della catechesi del primo millennio, diventerà
il soggetto più frequente delle decorazioni delle absidi e del timpani medievali.
Scrive
Giovanni: 'Ebbi questa visione: una porta
era aperta nel cielo'Fui rapito in estasi ed ecco un trono si elevava nel cielo
e uno vi era seduto. Colui che stava seduto sul trono era simile nell'aspetto a
diaspro e cornalina. Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono.
Attorno al trono poi, c'erano 24 seggi e sui seggi stavano seduti 24
vegliardi avvolti in candide
vesti'Davanti al trono vi era un mare trasparente simile a cristallo. In mezzo
al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri viventi pieni d'occhi
davanti e dietro
Il primo vivente era simile
ad un leone, il secondo vivente aveva l'aspetto di un giovane toro, il terzo vivente aveva
l'aspetto d'uomo, il quarto vivente era simile ad un' aquila
mentre vola. I quattro esseri viventi hanno ciascuno sei ali e non cessano di ripetere giorno e notte Santo
santo santo il Signore Dio,
l'Onnipotente, colui che era, che è, che viene '.
Sono i protagonisti della
grandiosa liturgia celeste che loda il Re Creatore
Signore del cosmo
L'affinità della visione di Ap 4 con Ez. 1 risulta
evidente, eppure ci dice qualcosa di diverso: qui i quattro esseri viventi non
sono più i 'tetramorfi similari di Ezechiele, ma sono
quattro creature alate differenti, uomo, toro, leone, aquila.
Lutero tradurrà la parola
greca 'esseri viventi con 'animali
IRENEO
Nel sec II Ireneo nel testo 'Contro gli eretici, diede
l'interpretazione dell'immagine dei quattro Viventi detta
poi TETRAMORFO, un'interpretazione che
la Chiesa ha fatto sua.
Egli riconosce la
manifestazione universale di Dio agli uomini attraverso i quattro Vangeli e spiega che 'Esistono i quattro Vangeli poiché sono quattro i punti del
mondo abitato e quattro i venti principali e poiché la Chiesa è diffusa sopra
la terra tutta, mentre la colonna della Chiesa è il Vangelo e lo Spirito della vita, questa Chiesa deve di conseguenza
poggiare su quattro colonne che le diano saldezza in ogni direzione e
vivifichino gli uomini. Ne consegue che la Parola (Logos=
Cristo) omnicomprensiva creatrice di vita che troneggia sui cherubini, ci donò un Vangelo in quattro parti tenute insieme dallo Spirito. I cherubini
hanno quattro volti e questi loro volti sono l'immagine riflessa della direzione salvifica del Figlio di Dio'Non
è ammissibile che ci siano più di quattro Vangeli o meno di quattro, perché
sono quattro le regioni del mondo in cui viviamo e
quattro i venti e i punti cardinali. Da ciò si deduce che il Cristo artefice
dell'universo' Lui che è seduto sui cherubini - i Viventi delle visioni e che
mantiene tutto unito, ci ha dato il Vangelo in 4 forme: leone, toro, aquila,
uomo; queste immagini pur esprimendo un solo spirito' sono le immagini delle
attività del Figlio di Dio.
Ireneo correla per la prima
volta il numero quattro degli evangelisti al ritmo del grande numero universale 'quattro in cui fin dai primordi,
l'umanità riconosceva ordine e misura di terra e cosmo.
Ireneo dice inoltre che i
quattro Viventi riflettono un aspetto di Cristo:
la faccia umana la sua incarnazione
la faccia leonina la sua potenza vincente
la faccia taurina il supremo sacrificio di Cristo
la faccia d'aquila l'effusione dello Spirito Santo
dall'alto.
Concordò con questo parere
anche Girolamo che ebbe larga diffusione con la Vulgata.

DAI VANGELI AI SIMBOLI
Ireneo espone successivamente il gemellaggio degli evangelisti con i
Viventi; che evidentemente non può che essere simbolico e rivestire un certo
interesse solo per quanto riguarda l'iconografia. Questo gemellaggio si è
perpetuato con leggere attraverso le epoche sino a noi.
Si ritenne poi possibile far
derivare dal primo capitolo dei Vangeli la motivazione dell'attribuzione:
L' UOMO viene
correlato a MATTEO perché Mt.1 riporta l'albero
genealogico di Gesù;
il LEONE a MARCO che stava nel deserto e le fiere
servivano;
il TORO a LUCA perché Luca inizia col sacrificio
del sacerdote Zaccaria;
l' AQUILA a GIOVANNI perché il prologo Giovanneo
dimostra che egli vola più in alto degli altri.
Questa attribuzione
esteriore dei simboli è rafforzata dall'interpretazione cristologica
dei quattro esseri. Per iniziativa di
Gregorio Magno essi diventano simboli
dei quattro eventi
salvifici del Nuovo
Testamento
L'uomo di Matteo
dall'INCARNAZIONE di Cristo
Il toro di Luca del
SACRIFICIO supremo di Cristo
Il leone di Marco della
RISURREZIONE di Cristo
l'aquila di Giovanni dell'ASCENSIONE di Cristo.
Il cosmo evangelizzato emana
Cristo 'artigiano dell'universo centro della nuova creazione seduto su un
trono circondato dai 4 viventi orientati verso i 4 punti cardinali a simboleggiare la diffusione dei quattro
evangelisti nei quattro angoli del mondo.
I QUATTRO FIUMI
C'è poi un'altra immagine
usata per simboleggiare i quattro evangelisti.
Un bel testo di Ippolito di Roma morto martire nel 335, opera la sintesi
di quanto detto, introducendo la simbologia dei fiumi del paradiso,
immagine che frequentemente appare
nell'arte. Come dall'Eden quattro fiumi sgorgano a irrorare la terra, così Cristo - annunciato al mondo
dai quattro Vangeli - irrora la Chiesa.

LE RAFFIGURAZIONI
La prima rappresentazione dei simboli degli evangelisti è quella che si
trova sulle due facce di un evangelario datato 420 e conservato
nella Cattedrale di Milano.
Il cristianesimo primitivo
non rappresentava la figura di Cristo Signore ma i suoi simboli: l'Agnello e la
Croce.
Nel V secolo, a Ravenna,
Roma, Napoli i mosaici illustrano il tema nelle cupole con una la decorazione
stellare. A Ravenna nel Mausoleo di Galla Placidia la Croce è posta al centro
di una incredibile decorazione stellare che
ordinatamente ruota in cerchi concentrici scintillanti sullo sfondo blu intorno
ad essa; simboleggia il cosmo ai cui angoli sono collocati i quattro Evangelisti.
Nei secoli successivi e si
giungerà sino ai primi secoli del secondo millennio - la figura di Cristo si sostituirà, accanto ai
simboli dei Viventi, quella della croce
e dell'agnello

A Roma, nel
IV V secolo, in un ambiente culturalmente diverso da quello bizantino,
troviamo la raffigurazione degli evangelisti intorno a Cristo nell'ampio discorso
absidale di S.Pudenziana. Le raffigurazioni della
chiesa protocristiana dal sec.V
all'VIII, si rifanno alla visione dell'Apocalisse. Il
loro centro è il Signore che ritorna sulle nubi, ma anche il simbolo di Cristo
come la croce l'agnello il trono.
Soprattutto nei manoscritti
dell'alto medioevo riportano queste interpretazioni.
A volte i simboli sono collocati
all'estremità della croce secondo la lettura dei Padri della
Chiesa ancora viva nel Medioevo. La croce diventa segno salvifico in quanto procedendo da un punto centrale comprende il mondo
intero, La stessa forma della croce è già annuncio perché con le quattro braccia racchiude in se le quattro estremità di questo mondo.

Abside S.Pudenziana
-Roma

Tetramorfo sec. VII
Biblioteca di Poitier
BIBLIOGRAFIA:
SHAMPEAUX
STERCKX I Simboli del Medioevo pp 380-462 Jaca Book - 1988 Milano
HEINRICH E
MARGARETHE SCHMIDT Il linguaggio delle Immagini Iconografia cristiana - 1988 Città Nuova