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NATALE REGALE

SANTA MARIA MAGGIORE . IL NATALE DELL'ARCO TRIONFALE

 

Origini della raffigurazione del Natale

La rappresentazione della Natività di Cristo, non è un'invenzione iconografica medioevale diffusa della pittura murale quattrocentesca nella raffigurazione tradizionale del Presepe, ma risale al II-III secolo del cristianesimo: dalla prima immagine della catacomba di Priscilla, con l'evocazione dalla profezia di Isaia sull'Emmanuele (Is.7,14) e di Balaam sulla stella (Nm.24,1), alle numerose sculture nei sarcofagi del IV secolo, con scene di Presepe (capanna, animali Maria, i Magi la stella e il Profeta).

Una novità iconografia a S.Maria Maggiore

Solo nel V secolo troviamo una iconografia della Natività assolutamente innovativa e con elementi di riferimento diversi.

Si trova nella basilica paleocristiana di S.Maria Maggiore a Roma, la chiesa che, dice il Liber Pontificalis, già iniziata da Papa Liberio nel 352, venne poi eretta da Sisto III tra il 432 e il 440 l'indomani della proclamazione ad Efeso della Divina Maternità di Maria(431). La chiesa venne rivestita dello splendore aureo dei mosaici che, nello stile narrativo paleocristiano postcostantiniano, presentano i fatti dell'Antico Testamento nella navata centrale e, nell'abside, la dormitio di Maria e sua incoronazione.

L'arco trionfale, in una preziosissima elaborazione cromatica di una grande bellezza, presenta, suddiviso in quattro registri, i fatti dei Vangeli dell'infanzia in modo singolare e originale. L'attenzione al racconto è ancora classico, ma caratterizzato da una dimensione simbolica che vivifica, comunicando il sentimento di fede che lo sottende.

La simbologia

Il riquadro della Natività è un "Presepe" davvero inconsueto. Il Bambino di Betlemme, appare seduto su un grande trono gemmato, è in bianche vesti come i quattro angeli che stanno ritti dietro al trono. Il bianco, simbolo del divino, caratterizza subito la scena. Intorno al capo del Bambino c'è il nimbo con la croce e al di sopra brilla la stella, ben definita nelle otto punte, simbolo della signoria cosmica di Cristo

Non c'è più il Profeta ad indicare la stella, uno dei Magi indica l'astro che ha guidato il loro viaggio verso Betlemme. I Magi indossano, molto impreziosito, il caratteristico abito dei Persiani con le lunghe brache e il berretto frigio. Alla destra del Bambino siede Maria in trono, indossa vesti preziose come nella scena superiore dell'Annunciazione, a lato, oltre al Magio, appare una figura maschile, Giuseppe, che finalmente fa la sua comparsa nelle natività paleocristiane.

Alla destra del Bambino un'altra figura femminile seduta in trono e avvolta in un abito viola, il profondo colore dei pensatori, le gambe incrociate e il mento sulla mano destra. Per un romano del sec.V questo personaggio si rivelava a colpo d'occhio per una figura allegorica di senso filosofico. Simboleggia, infatti, la Sapienza Divina che come dice Salomone nella sua preghiera (Sap.9,4) " siede accanto a te in trono" La realtà di Gesù "Sapienza incarnata" è espressa con questa immagine simbolica accanto al trono del Bimbo divino

IL signoficato di questa iconogrqfia

Cosa significa questa scena di Natività così carica di simbolismo e di regalità? Il significato è più profondo di una semplice ambientazione nel potere imperiale.

Gesù Bambino che, altrove, è collocato in una culla-sarcofago, avvolto nelle bende della morte con cui avrebbe dato compimento all'Incarnazione, qui è presentato vivente, avvolto nella luce, risorto, Signore. I Magi indicano la stella; essi, studiosi, cultori del sapere antico, conoscitori delle scritture, attenti alla venuta del segno - la stella di Balaam sono venuti a Betlemme a cercare il Bambino, profetizzato settecento anni prima da Michea (Mi.5,1). "E tu Betlemme di Efrata non sei la più piccola tra le città di Giuda, da te uscirà colui che dovrà regnare sopra Israele. (Michea 5,1)

Questo Bambino è il Re che rappresenta il compimento dell'attesa dei popoli.

La storia di Israele è una storia di attesa. Da Abramo a Mosè, a Samuele, Davide e i profeti, l'attesa di Uno che deve venire, un Messia, un Re, percorre la Scrittura. Al fallimento della superbia di Saul, Dio sceglie, un giovane pastore di pecore di Betlemme, un re fanciullo: Davide, che vince Golia con le armi del pastore e la forza del suo Dio. Egli nasce a Betlemme, è peccatore, ma sa amare fuori misura perdonare e chiedere perdono. Davide diventa figura del re Messia, il re pastore, egli suona la cetra per il suo Dio e annuncia" il suo Signore"(Sal. 110).

L'atteso delle genti

L'Atteso Re dalle genti viene dalla casa di Davide: "verranno giorni in cui susciterò a Davide un germoglio giusto" Ger. 23,5 nasce come lui a Betlemme, nel silenzio, nascosto, mite e povero. Alla violenza dei vari Golia non risponde con la violenza, il suo modo di regnare è quello di servire e quando la violenza si impadronirà di lui sino a finirlo, egli amerà sino alla fine perdonando e morirà pronunciando le parole di Davide (Mt. 27,46;Sal 22). Ma egli vincerà la morte e risorgerà come aveva annunciato Davide (Mt. 27,46 Sal 16-10).

Il significato della Natività regale di S.Maria Maggiore è il compimento della promessa: un bambino che è Signore, il Re della stirpe di Davide.

"Un bambino è nato per noi sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo dominio sul trono di Davide" (Is.9,5-6)

Un Re che ha le mani e dai piedi bucate dai chiodi, il cuore trafitto dalla lancia, ma che riappare vivente in mezzo ai suoi, portando nel suo corpo trasfigurato i segni della vittoria.

MIRELLA LOVISOLO

 

 

Bibliografia - CARLO CRAVERO - La parola di Dio in parole umane, Busca 2008

 

 

da: Corriere di Saluzzo dicembre 2008

 



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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