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MARIA A MAGGIO

LA MADONNA del ROSARIO per la salvezza di Saluzzo

Tra le opere dedicate a Maria, in questo mese tradizionalmente dedicato alla Medonna e al Rosario, mi sono soffermata in San Giovanni di Saluzzo a contemplare la cappella eretta dalla Confraternita del Rosario nel 1660 con il trittico dell'altare e la bella opera di Pascale Oddone. La cappella nel suo complesso è una realtà davvero interessante dal punto di vista artistico iconografico e semantico: la struttura barocca è animata, nella cupola luminosa, da stucchi forse dei Beltramelli, e da dipinti, attribuiti al saviglianese Giovanni Claret.

In una lunetta è rappresentata la Battaglia di Lepanto, vinta contro i turchi il 7 ottobre 1571, una vittoria che il papa Pio V attribuì all'intercessione della Madonna invocata dai cristiani con la recita del Rosario. Sulla parete sottostante si colloca la grande "macchina d'altare", opera attribuita alla bottega dei Botto. E' in legno, tripartita da possenti colonne tortili dorate che, dal grande basamento, salgono a sorreggere la trabeazione interrotta da un riquadro sopraelevato, un altorilievo rappresentante la visione di San Domenico che riceve il Rosario dalla Vergine.

Fiancheggiano il riquadro le figure di Mosè e di Davide.

Nel complesso è inserito l'altare con il dipinto di Pascale Oddone del 1535. Nei due pannelli laterali del trittico sono raffigurate le scene bibliche di Ester e Assuero e di Giuditta dopo l'uccisione di Oloferne. Il pannello centrale presenta la Madonna del Rosario collocata in una cornice con quindici tondi raffiguranti scene della vita di Gesù e Maria, i "misteri" del Rosario.

Sotto il pannello, la predella che occupa una posizione centrale, rappresenta il fatto storico che sta all'origine della creazione dell'opera. Vi appare una bella raffigurazione della città di Saluzzo assediata, nel 1487, da Carlo I di Savoia; in cielo Maria e il Beato Stefano Bandelli (divenuto poi secondo patrono di Saluzzo), sorvolano benedicenti la città, che sarà liberata, intercedente Maria, per le preghiere dei saluzzesi. Il complesso pittorico venne commissionato dal marchese Francesco per esaudire il voto emesso dal padre durante l'assedio di Saluzzo.

Pascale Oddone, pittore di Trinità di Fossano, è un artista dalle ascendenze decorativistiche nordiche e da una sensibilità narrativa aggiornata dai contatti liguri e soprattutto dall'adesione alle novità stilistiche ed eleganti del manierismo E' presente nel saluzzese specialmente a Revello.

Nel pannello centrale del trittico di Saluzzo, la bella figura di Maria - che richiama la spiritualità della devotio moderna - si ritaglia nel cielo luminoso primaverile sotto di lei si aprono i gruppi della corte marchionale, il marchese Francesco e la moglie Margherita di Roucy e il loro seguito; ben definiti nei tratti somatici, essi sono raccolti, in riconoscente preghiera ai piedi della Vergine. Il complesso, esaltato dalla luminosità e dalla vivezza cromatica, dalla grazia e dalla pacatezza dei gesti delle figure, pur collocandosi nell'ambito del rinnovamento artistico cinquecentesco sembra esprimere un intento didattico di sapore ancora tardogotico espresso negli elementi simbolici che sintetizzano un discorso salvifico.

La "salvezza" è infatti il tema fondamentale del complesso, salvezza della città inserita nell'ambito della "storia della salvezza" che si compie in Cristo.

Il discorso prende avvio dalla figura di Mosè legislatore e liberatore degli ebrei cui Gesù rimanda parlando ai discepoli di Emmaus: "Incominciando da Mosè e dai profeti spiegò loro le Scritture" (Lc 24,27) Sul lato opposto appare Davide, re e profeta del Signore Messia. Le figure di Giuditta ed Ester che con il loro coraggio salvarono il popolo di Israele, collocate ai lati del pannello con Maria, appaiono come la prefigurazione della Donna, la Madre, che col suo "si" ha dato compimento alla venuta di Colui che è la salvezza, quel dell'Annunciazione che il pittore ha rappresentato nel verso delle stesse ante.

Nel pannello centrale la Vergine, che veste un grande prezioso manto sollevato al di sopra del gruppo, si configura come una traduzione iconografica della Madonna della Misericordia che, col suo manto protegge il popolo e invoca la misericordia di Dio; un tema diffuso nella pittura quattrocentesca e anche nel nostro territorio. Qui la figura è elevata nella luce da tre serafini rossi simboli dell'amore divino al di sopra del popolo in preghiera, il manto è sostenuto da San Giovanni Battista il precursore del Salvatore e da San Domenico, cui Maria ha ispirato la recita del Rosario e la sua diffusione.

Il Bambino che, in braccio alla madre offre come lei il rosario al gruppo in preghiera, tiene ancora in mano il globo sormontato dalla croce simbolo della sua Signoria divina.

E' lui infatti la "stirpe" che avrebbe sconfitto "il serpente" secondo la promessa di Gen.3-15; a Lui, al Cristo, si volge l'intercessione della Madre che accoglie la preghiera evangelica dei figli: "Ave Maria". Il saluto dell'angelo ripetuto nel saluto continuo del Rosario, "corona di rose" vivificata dalla meditazione dei fatti evangelici, diventa invocazione di salvezza.

Un grido di speranza e di amore che, rivolto alla Madre, prende in Lui, il Figlio mediatore davanti al Padre, pienezza di senso ed accoglienza per quella fede limpida e totale con cui Maria dice a Cana come noi: "Fate quello che lui vi dirà"

Corriere di Saluzzo 14 maggio 2008

 

BIBLIOGRAFIA - L.C.ANTONIOLETTI - Saluzzo Guida. Ritratto della città Saluzzo, Saluzzo 1998 p . 112,113

M. CALDERA ... in R.ALLEMANO, S.DAMIANO,G.GALANTEGARRONE (a cura di)

Arte nel territorio della Diocesi di Saluzzo" Savigliano, 2008

Saluzzo. Itinerari tra Seicento e Settecento, a cura di Chiara Lanzi, Caraglio 2004 p 31,37

Fotografie di Giogio Olivero

 



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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