IL CROCIFISSO le origini

Il mese di aprile
offre lo spunto favorevole alla ricerca
sulle origini dell'immagine diventata simbolo della nostra fede e della nostra
cultura: la Crocifissione e la Risurrezione. L'annuncio gioioso di Pietro a Pentecoste: Cristo è stato crocifisso
ma Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni (At.2,32) viene espresso nel simboli catacombali della
fede delle origini tuttavia, nelle forme
artistiche delle prime comunità, non troviamo rappresentazioni figurative di
questi temi; in particolare non troviamo la Crocifissione.
Forse questa constatazione può aver
indotto alcuni a negare la realtà della morte in croce di Gesù avvenuta sotto Tiberio, probabilmente il 7 aprile
dell'anno 30 e confermata dai
dati degli storici romani ed ebrei del
tempo.
Il tema della Crocifissione rimane sconosciuto all'iconografia delle origini sino al sec. IV allorchè
Teodosio il Grande soppresse questa pena e il segno
non suscitò più associazioni negative. La raffigurazione del Messia crocifisso
scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani( I° Cor. 1,23) poteva infatti scandalizzare gli ebrei e intimorire i neofiti,
nonché suscitare l'ironia dei pagani che
raffigurarono il fatto, nel graffito sul
Palatino, con l'immagine di un asino crocifisso adorato da un proselito.

I SIMBOLI
Se la
Crocifissione non era esplicitamente raffigurata, essa era ampiamente espressa - nascosta e
camuffata nei simboli che gli iniziati conoscevano. E' il caso dell'ANCORA il
simbolo della Croce più diffuso dal II al IV secolo.
Secondo il Wilpert ne esistono
almeno 200 esemplari nelle catacombe. Questa immagine, a differenza di altri simboli catacombali, non ha riscontro in altre civiltà, è propria del
cristianesimo, quale segno della speranza nella salvezza eterna meritata da
Cristo in croce.

In un
graffito del cimitero di Domitilla, l'ancora cruciforme è ben leggibile,
sormontata dal cerchio, simbolo di vita; ad essa sono attaccati frontalmente, due pesciolini:
i cristiani che si aggrappano alla speranza della Croce. Diceva Giustino nel II secolo, La nostra speranza è sospesa a Cristo
crocifisso
La croce è
poi camuffata nell'albero della nave simbolo della Chiesa e nel T (tau) inserito nei nomi propri IRETNE o ITCQUS. . Un croce commissa (tau) è stata trovata a
Pompei, anteriore al '70, data dell'
eruzione del Vesuvio.
I simboli dei primi secoli che alludono
alla morte di Cristo sono sempre segno di vittoria:
Cristo crocifisso ha vinto la morte e ci ha donato la vita. Il segno del Monogramma è diffusissimo: la vittoria della
morte di Cristo in croce è l'asse dell'universo nel cui centro tutto converge (Col.1,20)

Simbolo:Croce e Risurrezione di Cristo principio e fine- Roma S.Lorenzo
Spesso, in numerosi dipinti catacombali,
la Passione viene prefigurata nel Sacrificio d'Isacco;
l'ariete, sacrificato in luogo d'Isacco,
diventerà figura di Cristo, Agnello
immolato vittorioso (Ap.5,12),
e sarà frequentemente raffigurato nell'arte Paleocristiana.

IL SEGNO DELLA CROCE appare già talvolta sin dal III secolo come appare nell'epigrafe di Rufina in S. Callisto e nell'iscrizione di Victoria nel cimitero di Domitilla, dove
la croce è graffita accanto alla palma.
I SARCOFAGI
Nei
sarcofagi si sviluppa invece una
traduzione simbolica della Passione: nel sarcofago di Domitilla ora in
Vaticano, vediamo la croce centrale sormontata dal Monogramma di Cristo con la corona
della vittoria; a lato i soldati di guardia, a destra la scena di Pilato, a sinistra
l'incoronazione, non di spine, ma di alloro: il discorso della Passione continua ad essere
presente, ma dissimulato nel trionfo
della Croce come Risurrezione.

La PRIMA
CROCIFISSIONE
si trova
su un pannello della porta di S.Sabina del 432 a Roma
e in un avorio che si trova al British Museum di Londra. Cristo con il perizoma all'occidentale, appare vivente con gli occhi aperti, vittorioso sulla morte, risorto. Le braccia
sono aperte nella posizione dell'Orante. La stessa iconografia ci mostra tra il VI e l'VIII
secolo il Cristo che per influsso orientale, veste il colobium
l'abito liturgico dei primi monaci, come nel Crocifisso di S.Maria Antigua ai Fori romani.
Questa
tipologia si svilupperà nell' iconografia del Christus Triunphans del sec. XII, la Croce di S.Francesco a S.Damiano
d'Assisi, ne è l'esempio più noto.
Come possiamo
notare, i documenti artistici dei primi secoli presentano la croce nella forma
comunemente intesa, costituita cioè dalla trave verticale e dal patibulum (trave orizzontale) secondo le testimonianze
degli storici e dei Padri del II e III
secolo. Constatiamo inoltre come nei primi secoli non
c'è distinzione tra il momento della Crocifissione e quello della Risurrezione
e quando la Risurrezione verrà raffigurata come nell'avorio del Museo
di Monaco del V secolo, presenterà il fatto delle Pie donne al
sepolcro, dove il sepolcro è il primo tempio costantiniano
costruito sul sepolcro di Cristo a Gerusalemme e distrutto nel 1009 dal Califfo Al Hakim.
Nei
secoli successivi l'Editto di
Costantino, si sviluppa un'altra iconografia della morte come apoteosi, la troviamo
a Roma nell'abside di S.Stefano Rotondo e nell'abside
della Basilica di S.Giovanni in Laterano.
La croce - albero della vita- è senza il corpo di Cristo e appare
tempestata di gemme, su di essa, in un
clipeo, il busto di Cristo. L'iconografia deriva dalla croce gemmata sormontata dal busto di Cristo
che Costantino aveva fatto erigere sul Golgota e si riallaccia alla tradizione del rinnovamento della vera Croce da parte di
Elena madre di Costantino e quindi al culto della S.Croce.
La CROCE GEMMATA.
In epoca paleocristiana e nell'arte ravennate è molto frequente l'immagine della croce gemmata che allude all'apoteosi
di Cristo e rimanda all'annuncio della Parusia (Mt. 24,30): Comparirà nel cielo il segno del
Figlio dell'uomo. La troviamo nelle prime Basiliche paleocristiane e specialmente a Ravenna come nella splendida
cupola
del Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna dove la Croce è al centro di una
incredibile decorazione stellare che ordinatamente ruota intorno ad essa.

ALBERO
DELLA VITA Frequente è anche l'iconografia della croce come albero della
vita innalzato al centro della terra
dove Adamo muore. Possiamo trovarne un mirabile esempio nella splendida composizione aurea del catino
absidale della Basilica superiore di S.Clemente a Roma
Quella che vediamo è del XII sec., ma venne realizzata
sul modello di quella che si trovava nella precedente basilica del IV secolo.
NEL
MEDIOEVO
All'inizio
del secondo millennio, accanto all'iconografia bizantina del Christus Triunphans si sviluppa, per influsso del movimento francescano che esalta il
sentimento, l'umana l'iconografia del christus
patiens(sofferente)). Il capo di Gesù agonizzante è ripiegato sulla spalla, mentre
il corpo illividito è teso nella tragica
curva del dolore offerto alla
compassione del popolo: O voi che passate guardate se c'è un dolore simile al
mio (Lam. 1,12) Tra le maggiori espressioni quelle
dei crocifissi di Giunta Pisano e Cimabue

Nel 1400 e'
il momento iconograficamente e
teologicamente più alto della raffigurazione della Croce, quello che trova
nella Trinità di Masaccio in S.Maria Novella a Firenze. Nell'immagine, che esprime la relazione d'amore in
Dio Trinità, le tre Persone sono unite nell'infinito dolore del Figlio,
che pende dalla croce, tra le braccia dal Padre (Bruno Forte).
I secoli successivi hanno prodotto immagini diverse della Redenzione: da Giovanni Bellini a Grunewald, da El Greco a Chagall, sino al nostro tempo, caratterizzato da un ritorno
all'essenzialità e alla sintesi di un segno pieno di comunicazione. Nella Croce di Armando
Testa (1990) le linee oblique della croce senza il Cristo, presentano l'ultimo atto del supremo
abbandono del Crocifisso che grida: Tutto è compiuto. Ma anche in questa
croce moderna appare l'antica sintesi:
la forma è quella della sofferenza, ma il colore azzurro e oro rimanda alla
Risurrezione; risuona anche qui il gioioso e sconvolgente annuncio : Cristo
morto è risorto, ora vive per sempre.
CORRIERE DI SALUZZO 7 aprile 2000
BIBLIOGRAFIA
B. FORTE Trinità
per atei- Ed.Cortina 1996 Milano
AA.VV. I
Simboli del Medioevo 1988 Jaca Book
R.FARIOLI Elementi di Iconografia cristiana Patron Bologna
C.RUGGERI Stenografie dell'anima 1991 Piemme
J. RIES e AA.VV. I Simboli nelle grandi
religioni Jaca Book 1997