ARTE E FEDE Dic.2002

EPIFANIA, MAGI
Personaggi raffigurati
fin dal 2° secolo
Espressione
della gioia e della famiglia, Natale è anche la festa della luce. La nascita di Cristo luce del mondo, fissata
simbolicamente al 25 dicembre, in sostituzione
della festa pagana del Sole nascente,
richiama la profezia di Isaia 9,1 Il popolo che
camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano in terra
tenebrosa una luce rifulse. La
stella - segno luminoso cosmico che guida i Magi verso il Bambino - domina la
scena di questi misteriosi pellegrini di cui parla Matteo: I Magi venuti dall'Oriente giunsero a Gerusalemme e domandavano : Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto la sua
stella e siamo venuti per adorarlo. (Mt.2,2)
Matteo non spiega nulla di
questi rappresentanti del primo annuncio
di Cristo ai pagani, dice solo che essi provengono
dall'Oriente e che, seguendo una stella, giungono al luogo dove si trova il
bambino, lo adorano e gli offrono doni. Non dice quanti erano, né i loro nomi e neppure che fossero re. Sono magi. Il
termine màgos nel Vecchio Testamento è sinonimo di
stregone; essi potevano essere astronomi, aruspici, incantatori, sapienti,
sacerdoti di Zoroastro. Nella lingua di provenienza -
sanscrito o persiano il termine assume il significato di grande, di dono
e anche Matteo, con accezione positiva, li chiama Magi e mentre Clemente di Alessandria
nel sec.III dice che erano persiani e Giustino li dice arabi, Tertulliano e
Origene affermano che erano Caldei o babilonesi. (J.Daniélou I SIMBOLI CRISTIANI
PRIMITIVI Arkeios 1997 p.135)

Il racconto
dei Magi che Matteo avvolge in un alone
di mistero, ha sollecitato infinite
attenzioni scientifiche e storiche. L'arte
li raffigura sin dal secondo secolo nelle catacombe dove appaiono in numero variabile: nella catacomba dei SS.Marco e Marcellino sono due, nella catacomba di Domitilla sono 4; più frequente è il numero tre
scelto dalla tradizione in relazione ai tre simbolici doni offerti a Gesù: l'oro simbolo della sua regalità, incenso della divinità, la mirra dell'umanità.
La più antica raffigurazione è
quella che risale al sec.II e si trova
nella Cappella Greca della Catacomba
di Priscilla: Maria col capo scoperto è seduta
come una matrona e tiene in braccio Gesù, i Magi -
che indossano vesti orientali
cromaticamente contrastanti verde rosso, bruno giallo - si avviano speditamente
recando i doni sulle mani. Nel contesto catacombale, i Magi significano l'annuncio di Cristo al mondo.
Vestono il costume persiano dei sacerdoti orientali del culto di
Mitra: il berretto frigio, il mantello,
la corta tunica, calzoni aderenti e spesso stivaletti.
Il loro aspetto è giovanile, sono imberbi; i loro nomi, diffusi nel
sec. XII dalla tradizione, sono citati nei documenti più antichi. Una importante scoperta del 1985 ha portato alla luce su un muro del complesso
monastico delle Kellia
in Egitto, i tre nomi Gaspar, Belchior,
Bathesalsa; l'iscrizione, in rosso, risale al VII-VIII secolo.(G.Ravasi I Vangeli di Natale S.Paolo)


Sarcofago
di Arles
Di questi personaggi si impossessò ben
presto la leggenda e a partire dal
VI-VII secolo - la Cronaca di Zuquin, il Libro della
Caverna dei Tesori, l'Historia Trium
Regum di Giovanni di Hildeshein
e altri apocrifi che arricchirono in modo fantastico il testo evangelico. Alla
tradizione degli Apocrifi fa riferimento anche Marco Polo nel Milione quando
dice che a Savah in Persia le loro tombe erano ancora
venerate, una notizia che è in contrasto con le vicissitudine subite dalle reliquie dei
Magi: portate a Milano dal vescovo Eustorgio
nel VI secolo e che rimasero nella città finchè
Federico Barbarossa nel 1164 le trasportò nel Duomo di Colonia, dove sono tuttora racchiuse in un
preziosissimo reliquiario
Le raffigurazioni dei
Magi sono numerose nei Sarcofagi paleocristiani del IV V secolo; tra
i più belli,
il Sarcofago
di Arles. Realizzato su due registri per creare profondità, mostra nel
registro superiore Gesù nella greppia tra Maria e Giuseppe (o il Profeta)e i due animali. Nel
registro inferiore i magi indicano la stella. Nel Sarcofago Dogmatico (Musei
Vaticani) essi si volgono a tre punti, la Trinita', cui una particolare interpretazione
mette in relazione simbolica i Magi (F.Cardini I Re
Magi Venezia 2000 Marsilio p.142).

Di grande bellezza sono i mosaici in S.Apollinare
Nuovo a Ravenna dove i Magi, con
l'abito orientale arricchito di perle e pietre preziose, si avviano processionalmente ad offrire i doni a Gesù.. Particolarmente interessante l'Adorazione dell'arco trionfale
della Basilica di S.Maria Maggiore, a Roma nel 432. I Magi nel loro
prezioso abito, incontrano il Bambino Gesù seduto
come un piccolo re su un enorme trono; alle
spalle sta la guardia angelica, in alto splende la stella a otto
punte (simbolo della signoria di Cristo); accanto siede una figura misteriosa di donna che viene identificata come la Sapienza di cui si
dice siede accanto a te in trono(Sap.9,4) (D.Mazzoleni
-Natale con i primi cristiani Archeo Dossier)
Ma
la raffigurazione dei Magi come re avviene più tardi. In riferimento al Salmo 72, I re degli arabi e di Saba offriranno tributi, a lui tutti i re si prostreranno,
i racconti apocrifi narrano che i Magi sarebbero stati sovrani di località
diverse, partiti dopo aver visto la stella nel loro paese si sarebbero
incontrati sulla strada per Betlemme. Il fatto viene
presentato nel bellissimo altare
longobardo del Duca di Ratchis (sec.VIII); dove le figure appiattite e stilizzate dei tre
saggi, sono accompagnati ciascuno dalla stella che hanno visto nei loro paesi.
I magi appaiono con la corona
regale solo a partire dall'inizio del secondo millennio, sono raffigurati
nell'iconografia più nota descritta dagli apocrifi: il più anziano dei tre posata la corona, è inginocchiato ai piedi di Gesù e lo adora, il secondo indicando la stella si volge
verso il terzo, il più giovane, che scruta il cielo. E' l'immagine più popolare
che vediamo nelle cappelle del cuneese.

STROPPO
S.Peyre - I Magi
Nella chiesa di S.Peyre a Stroppo nell'antica absidiola
a destra, un pittore ignoto ha realizzato un'opera di altissima
poesia narrando, con gotica calligrafica precisione e smaltato cromatismo, i
fatti della Natività. Nella Cappella di S.Ponzio opera di Pietro
da Saluzzo l'originale raffigurazione presenta Maria e il Bambino nel grande
letto di vimini su cui i Magi si
prostrano in adorazione.
Un elemento nuovo compare al Santuario
del Brichetto di Morozzo, e
a Sampeyre in ValVaraita
(CN): il paggio negro, un elemento che colloca cronologicamente le opere
alla fine del 1400. Nelle opere del primo Rinascimento - pensiamo alle
spettacolari composizioni di Gentile,
Benozzo Gozzoli, Botticelli
- i Magi, che raffiguravano i signori del tempo sono sempre di razza bianca. Nel 1500 dopo la scoperta dell'America, viene introdotto il Magio negro, per esprimere l'universale salvezza operata da Cristo.
L'Adorazione
in S.Maria dei Boschi a Boves ci riporta al tema iniziale.
Qui i Magi - secondo l'immaginario dell'apocrifo Historia
Trium Regum - sono guidati
da una stella-angelo. Nel primo millennio LA STELLA venne sempre rappresentata nella simbologia cristologica, a otto punte, senza la connotazione della coda
assente in Matteo. Fu Giotto che, dopo aver visto nel 1301 la
cometa di Halley, volle inserire la novità
iconografica della stella cometa nell'Adorazione dei Magi della Cappella
degli Scrovegni di Padova.
Sorgerà una stella da
Giacobbe (Nm.24,19) Gli occhi dei Magi fissi
sulla stella, sono il simbolo di tutti gli uomini che cercano Dio andando
quasi a tentoni Simbolo di noi - pellegrini
del nostro tempo che, disorientati e
smarriti cerchiamo quel bagliore, un'indicazione di senso, nell'orizzonte
oscuro e incerto della nostra storia.