ritorna alla homepage
ARTE E FEDE

 

7 - ORIGINI CRISTIANE - I SIMBOLI

 

I segni cristiani delle epigrafi sepolcrali

SILENZIOSE TESTIMONIANZE

La grande forza comunicativa dei simboli

 

A Roma nei Musei Vaticani c'è un documento d'inestimabile valore, un'epigrafe sepolcrale datata tra il 161 e il 180 d.C., è la stele che il Vescovo di Gerapoli Abercio, fece comporre per la sua sepoltura. Quel testo è stato scritto con un linguaggio evidentemente simbolico che solo gli iniziati potevano comprendere Di nome Abercio sono discepolo di un venerando pastore questi mi mandò a Roma La fede mi guidava ovunque e mi forniva per alimento un pesce d'acqua sorgiva immenso e puro che una casta vergine prese e diede in cibo agli amici in perpetuo; essa possiede un vino delizioso e lo dà misto con il pane

Il documento - sintesi stupenda dei contenuti della fede come salvezza - si rivela un compendio delle immagini usate nel linguaggio figurativo catacombale (il pastore, il pesce, l'acqua sorgiva, il pane).

Le sepolture del II-III secolo infatti, semplici e sobrie, comunitariamente uguali, recano sulla pietra, sulla terracotta o sul marmo dei loculi, solo un nome, a volte una breve invocazione, una data e un simbolo.

L'arte paleocristiana che fiorisce nelle catacombe si radica nel mondo ebraico che rifiuta l'immagine, ma si sviluppa nell'ambiente romano

Catacomba di Priscilla - Buon Pastore sec.III

 

fortemente figurativo. In questo clima l'esigenza espressiva del cristianesimo si risolve nell'uso dei simboli, immagini che esprimono le realtà spirituali, tratte sovente del mondo ellenistico romano, ma interpretate in senso cristiano. Tra questi il BUON PASTORE, immagine frequente nel repertorio mitologico artistico romano, auspicio di pace per i defunti. Entrato nel simbolismo cristiano venne molto utilizzato nella pittura dei cubicoli, nei sarcofagi e anche nelle epigrafi, segno dell'anima portata nella pace da Cristo pastore puro. Divenne presto l'immagine del Buon Pastore (o Bel Pastore secondo l'originale greco) che va

in cerca della pecorella smarrita, usata da Gesù stesso nella parabola (Lc.15,3-7; Gv.10,11-16) per esprimere il suo amore di Salvatore.

 

Il Pastore è rappresentato nella piena giovinezza, vestito della corta tunica, la cintura ai fianchi, i calzari ai piedi, in sintonia con la sensibilità del popolo ebraico per lo più dedito alla pastorizia, appare il simbolo più rappresentato nell'arte delle origini. Fu anche uno dei primi simboli usati per esprimere la Passione di Cristo prima che

venisse raffigurata la crocifissione: Gesù è il pastore dà la vita per le sue pecore.

Molto noto è il MONOGRAMMA di Cristo costituito dalle due prime lettere - la X (chi) e la I (iota) oppure la X e la P (ro) - del nome greco Gesù Cristo; diventerà il chrismos costantiniano simbolo della Croce vittoriosa. Più tardi comparirà con l'aggiunta di a - w (alfa e omega) e sarà il simbolo del Cristo Signore dell'Apocalisse 22,13 Io sono l'a e l'w, il Primo e lUltimo, il Vivente.

Epigrafe di IRENE -Cat S.Callisto- Roma

 

Frequentissima è la COLOMBA, atta a simboleggiare - nella sua naturale innocenza - la dolcezza, l'umiltà, la mansuetudine, la carità, cioè le virtù che caratterizzano l'anima cristiana. La Colomba, che in Oriente simboleggia l'amore, nelle epigrafi cristiane porta il ramo d'ulivo o si ciba al grappolo, oppure beve alla fonte e diventa espressione dell'anima entrata nella pace di Dio e partecipe del convito eterno; appare spesso

vicino all'ORANTE, figura vestita di

una tunica con larghe maniche e

con le braccia alzate in preghiera, detta pietas dai romani. Nell'iconografia cristiana l'Orante simboleggia l'anima in possesso della beatitudine celeste che intercede per coloro che restano. Rappresenta lo status di gioia, il canto e la lode al Signore.

L'Orante è - dice S.Ambrogio nel 370 - la posizione del Cristo in croce.

Nell'epigrafe d'ALESSANDRA ( Museo Pio Cristiano) l'Orante compare accanto alla colomba che porge la CORONA. Questo è un altro simbolo frequentissimo, venne usato da Paolo (1° Cor. 9-24,27) e nell'Apocalisse(2-10) Sii fedele, ti darò la corona della vita. L'uso profano della corona nei cortei trionfali, nei banchetti e nei sacrifici, rese cauti i cristiani nell'adottare questo simbolo che diventerà poi emblema di vittoria sul martirio insieme con la PALMA: Vidi una gran folla di personeche tenevano rami di palma, sono quelli che vengono dalla grande tribolazione(Ap.7-9,13)

 

 

Frequente è la NAVE, simbolo della Chiesa e della vita del cristiano che, sbattuta tra i flutti, combatte la buona battaglia per conservare la fede e meritare il premio eterno (II Tm. 4,7). La Nave è la Chiesa, il pilota è Cristo - simboleggiato nella croce dell'albero - che conduce al porto della salvezza eterna quelli che a lei si affidano. La Nave conduce i naviganti al porto orientata dal FARO, (altro simbolo di Cristo luce del mondo): l'anima fa il suo ingresso in Cielo.

Numerosi sono poi altri simboli tratti dal mondo animale: il PESCE diffuso nei graffiti, fin dal II secolo. Deriva dall'acrostato ICQUC= pesce, originato dalle iniziali della frase greca che in italiano suona Gesù Cristo figlio di Dio Salvatore.

 

Epigrafe Licinia Amias sec.III Vaticano

 

Questo simbolo - professione di fede nella divinità di Cristo - divenne il segno qualificante dei cristiani che si configuravano come i pesciolini.

Molto interessante è l'epigrafe di Licinia Amias (dalla Necropoli Vaticana) del III sec. Dopo la dedica ancora pagana DM, agli dei Mani, esordisce con l'invocazione al Cristo (ICQUC) pesce dei viventi seguita da un'ancora con due pesci.

A volte il Pesce porta un cesto con pane e vino e diventa simbolo dell'Eucarestia (Cat.S.Callisto) la FENICE, uccello mitico dell'Arabia, simboleggia la Risurrezione.

 

Fenice- Graffito Catacomba di S.Callisto

 

Il PAVONE già usato nel mondo pagano, indica l'immortalità. Molto diffuso, decorava anche le lucernette che nel buio del cunicolo, in un insieme altamente suggestivo, esprimevano la fede nella luce di Cristo risorto.

 

I simboli - silenziose, commosse testimonianze di fede - sono i segni creati dai primi cristiani per i tempi nuovi. Graffiti con immediatezza e senza pretese estetiche, hanno però la forza comunicativa dell'opera d'arte e l'attualità dei disegni dei grandi artisti del XX secolo che, superata la soglia della forma e del tecnicismo si avventurano liberi nelle zone misteriose, radiose e sublimi dello spirito (Costantino Ruggeri)

 

BIBLIOGRAFIA

Fiocchi, Bisconti Mazzoleni - Le CATACOMBE CRISTIANE DI ROMA -Schnell&Steiner 1998

Costantino Ruggeri - STENOGRAFIE DELL'ANIMA Ed Piemme 1991

Raffaella Farioli - ELEMENTI DI ICONOGRAFIA CRISTIANA Ed.Patron Bologna

< - PREGHIERE DEI PRIMI CRISTIANI

Antonio Baruffa - LE CATACOMBE DI S.Callisto - Libreria Editrice Vaticana

Egon Sendler - ICONA IMMAGINE DELL'INVISIBILE - Ed Paoline

G.Wilpert - La PITTURA DELLE CATACONBE ROMANE

- I SARCOFAGI CRISTIANI ANTICHI - Città del Vaticano

F.Mancinelli - CATACOME BASILICHE - Ed Scala

AA.VV. I SIMBOLI DEL MEDIOEVO - Jaka BooK

Manfred Lurker - DIZIONARIO DELLE IMMAGINIO E DEI SIMBOLI BIBLICI - Ed Paoline 1989



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

Ritorna all'indice articoli


Ritorna alla home page