APPROFONDIMENTI SU PIETRO
SVETONIO nella sua Vita di Claudio, narra che nel 49 l'imperatore espulse dalla
città i giudei ivi residenti, per i
disordini nati a causa di Chrestos cioè di Cristo.
E'
la più antica notizia della presenza cristiana a Roma cui
Paolo, tra il 56-57, indirizza la sua Epistola.
Approfondimento
notizie su Svetonio
Gaio
Svetonio Tranquillo (70-126 circa), amico di Plinio, ricoprì l'importante
incarico di archivista (procurator a studiis), segretario (ab epistulis) e
bibliotecario (a bibliothecis) dell'imperatore Adriano, fino all'anno 122,
quando assieme al prefetto del pretorio Setticio Claro venne destituito ed
allontanato dalla corte imperiale
Nella
sua opera Vita dei dodici Cesari, una raccolta di dodici biografie degli
imperatori da Cesare a Domiziano scritta intorno al 120, ci lascia due accenni
ai cristiani. Il primo si trova nella vita di Claudio:
Espulse
da Roma i Giudei che per istigazione di Cresto erano continua causa di
disordine (Vita Claudii XXIII, 4)
Non
ci si deve stupire del fatto che Svetonio scriva Chrestus in luogo di Christus;
basti notare che le parole greche Chrestòs (buono, eccellente) e Christòs
(unto, Messia) erano pronunciate allo stesso modo, e potevano essere facilmente
confuse, specie da chi non fosse ben informato sui fatti ; a riprova di ciò,
vediamo che Svetonio parla di Giudei, ancora incapace come tanti suoi
connazionali di avvertire le differenze tra quest'ultimi ed il cristianesimo
nascente, che da essi ormai si differenziava e sempre più si allontanava. Per
Svetonio, che probabilmente ricavò questa notizia dagli archivi imperiali cui
aveva libero accesso, si tratta semplicemente di un provvedimento imperiale
atto ad eliminare focolai di turbolenza, e non ancora di una reazione mirata al
cristianesimo; è facile pensare che la predicazione del Cristo tra i Giudei
romani da parte di altri Giudei, abbia generato qualche reazione del genere di
quelle narrate negli Atti degli Apostoli, che agli occhi dell'autorità romana
poteva turbare l'ordine pubblico.
La
notizia di Svetonio concorda perfettamente con quanto è riportato negli Atti
degli Apostoli riguardo all'arrivo di Paolo a Corinto:
Dopo
di ciò, partito da Atene [Paolo] andò a Corinto. E trovato un giudeo di nome
Aquila, pontico di nascita, da poco giunto dall'Italia, e la moglie sua
Priscilla, per il fatto che Claudio aveva ordinato che tutti i Giudei
partissero da Roma, andò da loro (Act. XVIII, 1-2)
Secondo
lo storico Paolo Orosio, che riprende la notizia di Svetonio e cita anche
Giuseppe Flavio, tale espulsione avvenne nel nono anno dell'impero di Claudio,
ovvero tra il gennaio del 49 e il gennaio del 50 d.C.; poiché Paolo
probabilmente arrivò a Corinto nel dicembre del 49, il tutto coincide.
Vedi
in www.christianismus.it

Claudio
Imperatore.
TACITO, grande storico romano, all'inizio del II
secolo descrive negli Annali (XV,44) la prima grande persecuzione scatenata da Nerone nel 64, dopo l'incendio di
Roma, contro la comunità cristiana,
costituita - dice Tacito - da una moltitudine ingente tanto da non essere annientata neppure dal feroce sterminio.
Approfondimento
su Tacito
Grande
storico romano Tacito (54-119), pretore, oratore, consul suffectus e proconsole
in Asia, scrisse attorno al 112 i suoi 16 libri di Annali, che narrano la
storia romana dalla fine del principato di Augusto (14 d.C.) alla morte
dell'imperatore Nerone (68).
Nel
64 scoppiò il grande e ben noto incendio della città di Roma, del quale il
medesimo imperatore fu accusato dall'opinione pubblica; il nostro storico ci
narra che Nerone cercò in tutti i modi di favorire le vittime del disastro e di
stornare da sé l'accusa che pendeva sul suo capo, con vari provvedimenti
Tuttavia
né con sforzo umano, né per le munificenze del principe o cerimonie
propiziatorie agli dei perdeva credito l'infamante accusa secondo la quale si
credeva che l'incendio fosse stato comandato
A
questo punto si inserisce il riferimento a Cristo ed ai suoi seguaci:
Perciò,
per far cessare tale diceria, Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a
pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro
nefandezze, denominava cristiani. Origine di questo nome era Cristo, il quale
sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore
Ponzio Pilato; e, momentaneamente sopita, questa esiziale superstizione di
nuovo si diffondeva, non solo per la Giudea, focolare di quel morbo, ma anche a
Roma, dove da ogni parte confluisce e viene tenuto in onore tutto ciò che vi è
di turpe e di vergognoso. Perciò, da principio vennero arrestati coloro che
confessavano, quindi, dietro denuncia di questi, fu condannata una ingente
moltitudine, non tanto per l'accusa dell'incendio, quanto per odio del genere
umano. Inoltre, a quelli che andavano a morire si aggiungevano beffe: coperti
di pelli ferine, perivano dilaniati dai cani, o venivano crocifissi oppure arsi
vivi in guisa di torce, per servire da illuminazione notturna al calare della
notte. Nerone aveva offerto i suoi giardini e celebrava giochi circensi,
mescolato alla plebe in veste d'auriga o ritto sul cocchio. Perciò, benché si
trattasse di rei, meritevoli di pene severissime, nasceva un senso di pietà, in
quanto venivano uccisi non per il bene comune, ma per la ferocia di un solo
uomo (Ann. XV, 44)
vedi
in www.christianismus.it
.
IRENEO DI LIONE
Padre della Chiesa del II
secolo (115-202 ca) vescovo di Lione, discepolo di Policarpo di Smirne (discepolo
dell'apostolo Giovanni). Le sue opere fanno di lui il primo grande teologo del
cristianesimo. Con la sua esperienza e la sua intelligenza riuscì ad
armonizzare la morbidezza del misticismo orientale con il rigore del pensiero
occidentale. Si batte contro la gnosi eresia del II secolo. Nell'opera
Contro le eresie scrive:Poiché sarebbe troppo lungo enumerare le successioni
di tutte le chiese, prenderemo la chiesa grandissima e antichissima a tutti
nota, la chiesa fondata e stabilita a Roma dai due gloriosissimi apostoli Pietro e Paolo...dopo aver fondato ed
edificato la chiesa i beati Apostoli affidarono a Lino il servizio
dell'episcopato cui succede Anacleto. Dopo di lui al terzo posto Clemente, il
quale aveva visto gli Apostoli e aveva nelle orecchie la loro predicazione così
è giunta sino a noi la tradizione che è nella chiesa a partire dagli
apostoli .

CLEMENTE
ROMANO Papa ( 88-97d.C.)
Nacque
a Roma nei pressi del Colosseo. Fu tra i primi a ricevere il battesimo da
S.Pietro. Clemente personalità forte e autorevole sotto l'imperatore Neerva
cominciò ad essere visto con diffidenza, esiliato, al tempo di Traiano venne
invitato a sacrificare agli dei. Al suo rifiuto fu condannato morte. Era l'anno
100. La tradizione dice che Clemente fu gettato in mare con un'ancora al collo,
ma il suo corpo miracolosamente
ripescato dalle acque venne traslato a Roma deposto nel luogo dove fin dal IV
secolo sorge una basilica a lui dedicata.
Clemente
scrisse una lettera alla chiesa di Corinto che è un documento storico di grande
portata; è un invito a vivere nella pace e nella concordia in Cristo,
nell'unità della chiesa

AFFRESCO
DELLA CATACOMBA DI COMMODILLA La
consegna delle chiavi a Pietro sec V

Vetro
della biblioteca Vaticana

La tomba di
Pietro
L'obelisco
egizio portato a Roma nel 37 d.C. da
Caligola e collocato nel circo che l'imperatore aveva fatto costruire sul colle Vaticano per
spettacoli equestri, fu il muto testimone del martirio di Pietro. Secondo lo
storico - Eusebio (storia ecclesistica Ii 25,7) Pietro venne
crocifisso tra il 64 e il 67, a testa in
giù con gli altri cristiani in quel circo sulle pendici del colle Vaticano, durante la persecuzione che seguì l'incendio di Roma. L'obelisco di granito del circo (detto poi di
Caio e di Nerone quando la costruzione
del ponte neroniano determinò il sorgere di ville urbane e luoghi di culto
nella regione), era, come riferisce Tacito, l'elemento di identificazione del
circo lungo il quale passava la via Cornelia e sorgevano vaste zone sepolcrali a cielo aperto.
Dal
1586 per volere di Sisto V (Felice Peretti) l'obelisco si trova di fronte alla basilica.




Gli
scavi effettuati nel 1940-49 per volere di Pio XII sotto l'altare papale di
S.Pietro, in corrispondenza
all'area denominata Confessione, hanno messo
in evidenza per una lunghezza di 80 mt.,
una serie di sepolture risalenti al II secolo. Alla morte di Pietro, la presenza di aree sepolcrali adiacenti al circo,
permise ai discepoli di dare sepoltura al maestro, probabilmente in gran
fretta e di notte. La sepoltura terragna era forse coperta dei tegoloni romani,
o forse per il riconoscimento del luogo esatto - che allora doveva rimanere
anonimo - era segnata solo da un albero.
Nel sec. II
sul luogo, divenuto centro di culto e di convergenza per altre sepolture, venne
eretto un piccolo monumento, un trofeo. Essa costituisce il nucleo
architettonico della memoria
apostolica nota come il trofeo di Gaio. Narra lo storico Eusebio che ai tempi di papa Zeferino il
diacono Gaio in polemica col montanista Proco, afferma: Vieni in Vaticano e
sulla Via Ostiense, ti mostrerò i trofei (tombe gloriose) di coloro che hanno
fondato questa Chiesa. Gli scavi approdarono a scoperte che permisero una
ricostruzione del monumento.
La
sepoltura appoggiata ad un Muro rosso (dal suo colore), si componeva di una
soglia a livello del terreno, ai lati due colonnine marmoree su cui si
appoggiava una mensa di travertino infissa al muro rosso Nel piano inferiore
si apriva una nicchia, che corrisponde alla odierna nicchia dei Pallii. Sopra
alla mensa vi era un'altra nicchia che sarà incapsulala nell'altare fatto
costruire da Callisto II. La struttura doveva terminare con un timpano. Per
terra, la soglia presentava un'apertura a trapezio che si apriva direttamente sulla tomba di Pietro.
Davanti alla nicchia vi era un'area di circa 4 metri
contornata
da muri di sepolture famigliari: il
monumento appare al centro di queste.

A lato
dell'edicola, sorse un muro (detto muro g ) in esso venne ricavato un loculo rivestito di marmo, per deporvi i resti di
Pietro tolti dalla tomba terragna durante la costruzione della basilica
costantiniana.

In
corrispondenza del loculo, sul muro rosso, negli anni '40 il P.Ferrua aveva trovato un frammento graffito con la scritta
Petr eni tradotto Pietro è qui. Le successive ricerche di Margherita Guarducci tra il 1953-58, portarono al
rinvenimento di

alcune
ossa di un uomo di circa 60 anni sepolto
nel loculo del muro g. Su questo muro i fedeli avevano inciso innumerevoli
graffiti, le crittografie mistiche, preghiere e invocazioni a Cristo,
a Maria, a Pietro, decifrati dalla stessa Guarducci
M.Guarducci La tomba di Pietro - Rusconi 92)
Tra questi appare la P e la E di Petri che, sovrapposte danno la forma di una
chiave
Nelle
Grotte Vaticane, attraverso l'arco
aperto nel 1979 è visibile la confessione,
cioè il sepolcro di Pietro. La nicchia del Trofeo- oggi nicchia dei Pallii- rivestita del mosaico del Salvatore appare in in posizione decentrata a motivo
dell'inclusione del muro g - tomba di
Pietro nel loculo di questo muro sono conservati come un tempo i resti
dell'Apostolo (oggi dentro apposite teche). L'aggiunta del muro
sacrificò la simmetria, come è visibile guardando dalle Grotte
Nel III secolo, forse a causa della persecuzione
di Valeriano, i corpi di Pietro e Paolo, vennero probabilmente sistemati per un certo tempo nella Memoria
Apostolorum, l'attuale Catacomba di S.Sebastiano. Del culto a Pietro e Paolo
qui celebrato il 29 giugno, restano, commovente
e visibile testimonianza, le centinaia
di invocazioni loro rivolte e graffite sul muro della triclia. (F.Bisconti
- Memoria apostolorum- 2000-)
A conferma dell'età del monumento, durante gli
scavi venne alla luce anche un bollo recante i nomi di Marco Aurelio e Faustina
Augusta sua moglie, databile intorno al
146-161.
Con la costruzione della basilica voluta da
Costantino e Papa Silvestro nel 314-35,
il pendio su cui era situata la tomba di Pietro
e le altre, venne livellato per creare la base della costruzione, le camere funerarie esistenti vennero
riempite di detriti, tutto fu sacrificato per le strutture di sostegno

Il
piccolo monumento venne rivestito di
bronzi dorati inglobato in un altare di marmi pregiati sotto un baldacchino
bronzeo sorretto da colonne tortili e da una pergola

La
tomba di Pietro - il trofeo - fu sempre il punto di riferimento dei costruttori
che si sono succeduti.
Alla
fine del VI sec. sotto GREGORIO MAGNO vennero rialzati i presbiteri, creati i cosiddetti
corridoi semianulari all'interno del muro absidale, costruiti gli altari e i
cibori. Li animava sempre lo stesso
spirito di Costantino e Silvestro I che
avevano fatto incapsulare la memoria apostolica per garantire la conservazione
delle strutture essenziali sino ai secoli successivi; sino al baldacchino del
Bernini che è collocato esattamente al
di sopra del primo monumento e, dunque,
al di sopra della tomba di Pietro.
Dunque
l'affermazione che nei secoli passati nessuno sapesse della sepoltura di Pietro
è assolutamente infondata
LA
BASILICA - I PRIMI SECOLI
Tra
il 314-335 COSTANTINO e PAPA SILVESTRO I affrontarono l'enorme impresa della
costruzione, della Basilica di Pietro

La
Basilica costruita da Costantino, paleocristiana, era a croce latina, 5 navate
e quadriportico. Essendo andata perduta, ne abbiamo conoscenza dai disegni che
ci sono stati trasmessi.
Il
Vaticano non fu il luogo iniziale di
residenza
dei Papi (che risiederanno in Vaticano solo dal 1377):
Costantino
dopo l'Editto del 313 e prima di costruire la basilica sulla tomba di
Pietro, aveva donato a Papa Milziade il ninfeo del Palazzo dei Laterani (era la caserma della guardia imperiale)
trasformato in battistero (l'attuale
risalente al IV ristrutturato internamente in epoca posteriore è prototipo di
tuti i battisteri) vi fece costruire la Basilica del Laterano e un palazzo che donò al Papa Silvestro.

LATERANO
Stampa del 1500-Antica basilica con la
loggia delle benedizioni
Nell'attuale
facciata della basilica di S.Giovanni laterano ricostruita nel ‘700 dal
Galilei, (l'interno è stato ricostruito dal Borromini) è visibile un cartiglio
di pietra con una scritta dove si
ricorda che quella chiesa è madre e capo di tutte le chiese.
Così
S. Giovanni e il Laterano divennero residenza dei Papi

I
papi dei primi secoli - tutti martiri e santi - si chiamavano Vescovi, il nome
papa che significa padre, risale al IV
secolo e si trova nell' epigrafe del
diacono Severo della catacomba di Callisto. In questa catacomba, nella Cappella
dei Papi, vennero sepolti nei primi i papi dei primi tre secoli.

S.PUDENZIANA
Abside del IV sec. Pietro e Paolo incoronati simbolicamente della
chiesa dei circoncisi e della chiesa delle genti
Dopo
il IV secolo, le immagini dei due apostoli, già raffigurate in antecedenza su
epigrafi e sarcofagi, entrano nel contesto decorativo delle solenni basiliche mosaicate, e nella grande tradizione figurativa cristiana

Abside
della Basilica romana dei SS Cosma e Damiano ai Fosi con la raffigurazione di
Pietro e Paolo
CATACOMBA
DI S. SEBASTIANO TRICLIA
Una
serie di scavi condotti sotto la basilica di S.Sebastano nel 1915 portò alla
scoperta di un pergolato coperto
denominato impropriamente da Paul Styger triclia. adoperato dai fedeli per i
pasti rituali devozionali verso i due Apostoli ai primi del IV sec. quando i
loro resti dovettero essere trasportati in questo cimitero sotto la
persecuzione di Valeriano. In questo tempo sulle parti intonacate e sui
pilastri della triclia furono tracciati, dai fedeli qui convenuti, numerosi
graffiti con invocazioni ai due Apostoli, tra gli altri: Pietro e Paolo
intercedete per Vittore (foto) Pietro e Paolo ricordatevi di noi Pietro e
Paolo beati martiri conservateci per l'eternità nel Signore ecc. Il complesso
dei graffiti della triclia osservò Padre Ferrua - costituiscono una prova evidente e impressionante di un culto verso gli Apostoli celebrati in
quel luogo già nella seconda metà del III.
I
graffiti furono studiati dallo Styger e poi da Padre Ferrua che ne diede
un'edizione critica nel V volume delle Iscriptiones Christianae Urbis Romae
septimo saeculo antiquiores (ICUR V.12907-13096) (da AA.VV - Pietro E Paolo
La storia il culto la memoria nei primi secoli - Electa2000 scheda n°107-108 p 231)
TOMBA
DI PAOLO SULLA VIA OSTIENSE S. PAOLO FUORI LE MUIRA ROMA

S.Paolo
fuori le Mura - Roma

LAPIDE CHE SI TROVA NELLA TOMBA DI S.PAOLO a S Paolo
fuori le mura a Roma