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. GLI ANIMALI DEL PRESEPE


Grotta della prima rappresentazione del Presepe Di S.Francesco a Greccio

S.Francesco nel 1223 esprimeva così il suo desiderio di rappresentare al vivo il Natale di Gesù "Vorrei rappresentare il bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia, e come giaceva sul fieno tra il bue e l'asinello". (Tommaso da Celano, 1, n. 84-85).. ll racconto del Celano è ampliato S.Bonaventura da Bagnoregio ("Legenda Major n.7): "In memoria del Natale di Cristo, il beato Francesco fece preparare una stalla, portare del fieno e condurre un bue e un asino Si radunano i frati, accorre la popolazione: il bosco risuona di voci, e quella venerabile notte diventa splendente di luci, solenne di laudi armoniose. Francesco stava davanti alla mangiatoia ricolmo di pietà". Da questa rappresentazione vivente di S Francesco a Greccio l'iniziativa del Presepe divenne una diffusa tradizione, rinnovata ogni anno con interpretazioni e scenografie realistiche o fantastiche, con l'aggiunta di personaggi e di pastori con greggi di pecore e agnelli. Nell'iconografia della Natività - specialmente dall'epoca della Controriforma - compare, accanto al pastore, un agnello con le zampe legate, pronto per il sacrificio. Cosè lo troviamo nella luminosa pala, dell "Adorazione dei pastori" nel Duomo di Saluzzo opera di Sebastiano Ricci, pittore d'inizio '700. Accanto ai pastori inginocchiati, vediamo l'agnello legato e un bastone. Quello che a un primo sguardo potrebbe apparire come l'attributo necessario del pastore, si rivela invece un simbolo cristologico vero e proprio: il bastone significa la promessa della guida di Israele che si realizza nel Messia,

Sampeyre di Stroppo (CN) Presepe

l'Agnello legato è già l'Agnello pasquale immolato, il Servo sofferente di Javhè del profeta Isaia. Gesù nato per morire, inizia l'opera della Redenzione fin dal primo vagito: è rappresentato avvolto nelle fasce della morte, deposto in una mangiatoia assimilata ad un sarcofago. Così lo vediamo nelle più antiche raffigurazioni e anche nella stupenda immagine di Sampeyre di Stroppo dove accanto a Gesù, appaiono in una tenerezza quasi umana gli altri due animali protagonisti della Natività: il bue e l'asino. Questi animali che, anche S.Francesco volle nella sua rappresentazione, restano una costante presenza sin dall'origine catacombale del Presepe dei sarcofagi del IV secolo. In queste opere Il bue e l'asino, sempre collocati accanto al Bambino, bastano a farci comprende il compiersi dell'evento anche in assenza della figura di Maria e

Sarcofago del Presepe. sec IV Museo Pio Cristiano

soprattutto di quella di Giuseppe che fa la sua comparsa solo nel V secolo nelle storie dell'infanzia in S.Maria Maggiore a Roma. Il bue e l'asino tuttavia non si trovano nel racconto evangelico. Luca al cap. 2 dice:"In quel luogo per Maria si compirono i giorni del parto...Diede alla luce il figlio...lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia perchè non c'era posto per loro nell'albergo" parla della mangiatoia (praesepe in latino) in cui è adagiato il neonato ma non fa cenno agli animali. Da dove provengono queste figure? Si può supporre sia la logica conseguenza dell'importanza attribuita da Luca alla mangiatoia che implicava la presenza di animali. Ma perchè un asino e un bue? Se ne parla solo negli apocrifi, (scritti non canonici assenti nella liturgia dei primi secoli) che, tra i sec. II e VI riportano fatti fantastici o realisti della vita di Gesù e della sua famiglia, non narrati nel Vangelo. Il vangelo dello Pseudo Matteo del V sec. al cap. 18, parla della presenza del bue e dell'asino che adoravano incessantemente il Bambino Gesù in mezzo a loro. Essi vengono raffigurati spesso inginocchiati ai lati della mangiatoia del Bambino e lo fissano adoranti.

sarcofago di Stilicone, Basilica S. Ambrogio Milano sec

Quindi la presenza del bue e dell'asino è una presenza di V adorazione: essi furono i primi ad adorare Gesù. Ma perchè l'asino e il bue? Lo scopo dell'evangelista nel fare la citazione della mangiatoia, non è tanto un motivo logistico, ma quello di esprimere la realtà della non accoglienza del Signore, il rifiuto di Israele nei confronti di Gesù, proprio come aveva detto il profeta Isaia: "Il bue conosce il proprietario, l'asino la greppia del padrone, ma Israele non conosce e non comprende" (Is. 1,3): Mentre un animale irrazionale sa essere grato al padrone che lo nutre, il popolo di Dio non riconosce il suo Signore e non lo accoglie. Ma perchè tra i tanti animali la profezia ha scelto proprio il bue e l'asino? La risposta si trova nel significato dei simboli secondo l'interpretazione tradizionale il bue, animale mondo, simboleggia il popolo giudaico che osserva la legge sopportandone il giogo mentre l'asino, animale immondo, rappresenta il popolo pagano nella sua negatività. Per il bue e l'asino il trasferimento dal mondo dei simboli a quello reale deve essere avvenuto attraverso l'iconografia cui si è ispirato nel sec V lo pseudo Matteo. Non si tratta quindi dell'invenzione di due animali, ma dell'espressione di un messaggio ben più profondo: con la nascita di Gesù, il "bue" e "l'asino" cioè giudei e pagani hanno potuto finalmente conoscere il loro Signore, hanno condiviso la fede in lui e sono venuti insieme ad adorarlo. Anche l'ordine di citazione del versetto diventa simbolico, il bue è in primo piano rispetto all'asino: il popolo giudaico - cui appartengono gli Apostoli primi annunciatori della Parola - è chiamato per primo ad esso, i pagani pur giunti in ritardo, si sono dimostrati solleciti a condividere la fede in Cristo nel segno della "Mangiatoia".

Sarcofago di Arles sec IV

Alla luce dell'antica esegesi cristiana si può così comprendere meglio la ricchezza di significato racchiusa nell'immagine del bue e dell'asino in adorazione presso la mangiatoia, essa sta a rappresentare l'universale chiamata alla fede, la promessa di salvezza del Dio incarnato per tutti gli uomini.

Bibliografia:
1) S. Bonaventura, Legenda Maior, cap. X, n. 7. Testo in Fonti Francescane
2) Tommaso da Celano, 1, n. 84-85; Testo in Fonti Francescane, o.c., p. 477 s. (Tommaso da Celano, 1, n. 84-85; Testo in Fonti Francescane, o.c.),
M.Pia CICCARESE Il bue e l'asino nel presepe in "Incontro" 6.2013
Gloria RIVA "Figlio servo agnello" in Dentro la bellezza
Avvenire 19.12.2013



Per informazioni e approfondimenti contattaci: mirellalovisolo@gmail.com

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