serpente di bronzo. Monte Nebo
Il Signore, in questa occasione, ordina
esplicitamente di costruire un oggetto che raffigura una creatura terrestre
- il serpente -; naturalmente, in
questo comando del Signore non c'è nessuna contraddizione con l'ordine dato da
Dio di non costruire alcun oggetto che raffigurasse creature terrestri.
Tuttavia lo stesso serpente di bronzo costruito nel deserto viene distrutto,
sempre per ordine di Dio, quando gli Ebrei cominciano ad adorarlo, a bruciargli
incenso, a dargli un nome idolatrico: Necustan (2 Re 18, 4). ome abbiamo visto per
adornare un luogo di culto, quando non
vi è pericolo di idolatria, il Signore gradisce che si costruiscano statue
e si realizzino dipinti.
4) COME SI
COMPORTARONO I PRIMI CRISTIANI?. ORIGINE DELLA RAFFIGURAZIONE
è da sfatare il luogo
comune secondo il quale la
Chiesa primitiva, alla pari del mondo giudaico, sarebbe stata
contraria alle immagini. All'interno della Chiesa antica si sono sviluppate due
correnti: una favorevole alle immagini (iconica), rappresentata in modo
particolare dagli scrittori e teologi dell'area alessandrina (Clemente,
Origene), l'altra (aniconica) legata alla concezione veterotestamentaria,
contraria alle immagini sacre, rappresentata dagli apologisti (Atenagora,
Taziano, Aristide, Giustino) e da
scrittori cristiani del II e III secolo (Tertulliano, Cipriano, Ireneo). Le
tesi della corrente aniconicaculmineranno nel Concilio di Elvira (Granada)
del 303, dove si fa divieto di rappresentare sulle pareti della chiesa ogni
sorta di immagine sacra, ma con esplicito riferimento alla sola aula di culto e
non a qualunque genere di pitture. D'altra parte, esistevano già nel III secolo
numerose chiese erette al tempo della tolleranza religiosa dei Severi, sia in
Oriente che in Occidente che, spazzate
via dalla persecuzione di Docleziano, non ci è dato sapere se contenessero
o meno delle pitture. Generalmente i
Padri della Chiesa, come Eusebio o Tertulliano, sono ostili all'arte, ricordando le proibizioni della legge
mosaica (Esodo, XX, 4; Deuteronomio,
XXVII, 15). Però non sembra che gli
Ebrei, così rigorosi in questa materia, estendessero quelle proibizioni
all'arte funeraria e alle pitture nelle sinagoghe come abbiamo visto nei
dipinti della sinagoga di Dura
Europos, in Siria lungo l'Eufrate.
Visione
di Ezechiele.Sinagoga Dura Europos
è facile
dunque comprendere come i cristiani non abbiano avuto maggiori scrupoli degli
Ebrei, desideravano rappresentare immagini e vennero sostenuti dalle
indicazioni di Clemente Alessandrino che nel terzo libro
del Pedagogo, indicando la via del simbolismo, scrive Raffigurino invece di
figure idolatriche, l'effige di una colomba, di un pesce, di una nave con le
vele al vento, di una lira, lo strumento di cui si serviva Policrate, o di
un'ancora, che Seleuco fece incidere sul suo anello .
5) LA PRIMA FORMA DIARTE CRISTIANA FU IL SIMBOLO
La
Parola SIMBOLO viene dal greco
"sumbolon" e dal verbo sumballo che significa "mettere
insieme" (in questo caso unire il segno al concetto). Allude ad un
segno o ad una figura visibile fatta per esprimere una realtà non
rappresentabile.E' come una formula scritta, densa di
significato, di valore evocativo, e di un recondito senso del mistero per un
tempo di persecuzione e di martirio. Scrive Costantino Ruggeri I
Simboli graffiti, sono schivi di aggettivi, dettati e scritti a volte soltanto un'ora dopo che il martire era stato
decapitato, sgozzato e i suoi resti, avvolti in lenzuoli, sepolti in loculi di
fortuna nelle tenebre, nei cimiteri scavati nel tufo romano.
Il
simbolo divenne il primo linguaggio figurativo il primo mezzo espressivo dei
cristiani. Erano tratti dal Vangelo e dalla Bibbia, ma anche dal linguaggio
figurativo dell'ambiente in cui si sviluppò il cristianesimo, come aveva
suggerito Clemente Alessandrino e anche dal
mondo pagano, simboli trasformati in
significato cristiano: LA
COLOMBA, IL PASTORE, L‘AGNELLO, IL PAVONE, IL DELFINO,
l'albero, LA NAVE,
l'oRANTE (la romana pietas) L'ANCORA, IL PESCE; segni
comprensibili agli iniziati da cui 
emergeva
la fede e la speranza dei primi cristiani nella vita eterna e in Gesù
Cristo figlio di Dio.
La volta del cubicolo di Ampliato nel cimitero di Domitilla in Roma (fine del sec. I),e altri cubicoli sono coperte di
affreschi di stile romano pompeiano, una decorazione naturalistica, simbolo del PARADISO (giardino), e dellasperanza nella vita eterna:
6) COL SEC. III iniziano ad apparire a
Roma, a Napoli, ad Alessandria I Temi Biblici destinati a spiegare la
Bibbia, i miracoli di
Cristo. Alcune figure e alcune scene
alludono ai sacramenti (scene di banchetti per la "Fractio panis"il battesimo ) e all'Incarnazione: La vergine
che stringe al seno il Bambino con gesto materno, del cimitero di Priscilla
(del sec. II), è certo la più antica Madonna che si conosca.Così si va formando progressivamente
l'iconografia cristiana per uno scopo preciso: la catechesi e l'inculturazione biblica.l'iMMAGINE
DI GESù venne raffigurata nei primi tre
secoli solo simbolicamente con L'espressione della bellezza e dell'eterna
giovinezza del PASTORE DI cui lo stesso
Tertulliano ci parla nel II secolo e che
saranno i primi simboli della crocifissione di Gesù, egli infatti disse: Io
sono il buon pastore il buon pastore da
la vita per le pecore. Il pastore è raffigurato in una bellezzaapollinea, ma con le connotazioni di una
profonda spiritualità.Le prime immagini di sarcofagipresentano Cristo come giovane, imberbe; una figura ideale su base
classicheggiante, per esprimere l'eterna
giovinezza di Dio. E rappresentato come
docente seduto, tra gli Apostoli, in
atto di insegnare. E anche rappresentato
con la figura del mitico Orfeo capace di ammansire con il suo canto anche
gli animi più riottosi. Scrive Eusebio: Se Orfeo col suono
della lira ammansì le fiere, anzi con il fascino delle note ammaliò anche le
querce, l'onnipotente Verbo di Dio fece di più: per sanare la mente umana
costruì uno strumento con le sue stesse mani cioè la natura delL'uomo e con
questo strumento suonò una musica intrigante con la quale affascinò e ammansì i
costumi dei barbari e dei pagani, guarendo con il farmaco della dottrina celeste gli istinti
selvaggi e brutali del loro cuore.
E poi lo straordinario mosaico del CRISTO SOLE, l'Helios del mausoleo dei Giuli negli scavi Vaticani, risalente al II
secolo, un mosaico molto bello che rappresenta Cristo che, come Sol
invictus, percorre il cielo su una quadriga e con la testa contornata da
nimbo e raggiera.
LA CROCIFISSIONE di CRISTO veniva anch'essa
raffigurata simbolicamente con le immagini dell'agnello, il pastore, la nave, il delfino, l'ancora. La croce
non si poteva raffigurare per la derisione dei pagani per l'orrore che
suscitava e per l'osservanza della
proibizione mosaica. Nel V secolo, in
seguito alle deliberazioni conciliari e all'eliminazione della pena della
crocifissione, apparve il primo Crocifisso,
sulla Porta diS.Sabina a Roma. Cristo è rappresentatocrocifisso ma è vivente, vittorioso sulla
morte, Cristo è morto ma è risorto era
l'annuncio dei cristiani. E' questa l'iconografia del crocifissodi tutto il primo millennio che culminerà, ad
esempio, nell'immagine della croce di S.Damiano ad Assisi..Verso
il XIII secolo sotto l'influsso della meditazionefrancescana sul dolore .di Gesù, apparirà
l'iconografia del Cristo sofferente
7) COME SI E' ARRIVATI ALL'AFFERMAZIONE DELLA
LICEITA'
DELL'IMMAGINE
Occorre arrivare al sec. IV quando con le definizioni
conciliari di Niceadel 325, ancheil rifiuto delle immaginisi placa. I Padriaffermano che la corporeità dell'uomo, fatto a immagine e somiglianza di Dio,viene nobilitata dall'Incarnazione del Verbo;
se il Figlio di Dio è entrato nel mondo delle realtà
visibili, l'iMMAGINE NON
è PIù PROIBITA e si può rappresentare, così si puòrappresentare ciò che di Dio si è reso
visibile: GESù CRISTO IMMAGINE DEL DIO INVISIBILE. (Col 1-3,12,20)
Questo primo concilio di Niceachiarì contro Ario, l'identità di natura tra
il Padre e il Figlio, e ciò non si
sarebbe potuto mostrare meglio visivamente che mediante la raffigurazionedelle
scene bibliche e dei miracoli che Cristo operavacon la potenza di Dio. Nelle catacombe i
fossori creavano il dipinto e spiegavano il racconto, realizzando una primitiva sorta diBiblia Pauperum - la
Bibbia degli analfabeti - che si protrarrà e si svilupperà
specialmente all'inizio del secondo millennio, come vedremo
Il
messaggio di tale pittura che presenta tutte scene di salvezza (gli ebrei liberati
dall'Egitto, Susanna liberata dai cattivi vecchioni, Daniele liberato dai
leoni, e tre ragazzi liberati dalle fiamme)
e i miracoli con cui Gesù libera dal
maligno e dal dolore coloro che credono (la resurrezione di Lazzaro, la guarigione del
cieco nato e quella del paralitico, ecc).è: Dio ci libera e ci salva e ci guarisce in
Cristo.
Nell'arte
catacombale non ci sono immagini
negative di dannazione, le scene
bibliche voglio esprimere il grande gioioso messaggio di salvezza
Nel 381 il Concilio di Costantinopoli torna sulla
questione cristologico-trinitaria con la famosa disputa sul Filioque nella
professione di fede: la questione è
ancora sulla divinità di Cristo.
A Efeso, nel 431, contro Nestorio, si
proclamò che nella persona del Verbo sussistono le due nature, divina e umana.
Volto di Cristo alfa omega Cubicolo del Leone, catacomba di Commodilla,
sec IV)
Questa voltasi trattava il problema della vera natura di Cristo, sottolineando la sua
natura umana Forse non è un caso che
intorno a quelle date compare il volto barbato di Cristo (del cubicolo del Leone nella catacomba di Commodilla, sec
IV)
La questione
della liceità delle immagini, venne poi ripresa con una solenne risoluzione nel
Secondo Concilio di Nicea,celebrato nell'anno 787 e
convocato, sotto la spinta iconoclasta, proprio per
discutere questoargomento. Infatti nell'anno 730, l'imperatore d'oriente Leone III Isaurico iconoclasta proibisce il culto delle immagini, proibisce
l'utilizzo delle famose ICONE,allora diffuse in tutto il mondo
cristiano. Questa proibizione imperiale,
scatena una terribile devastazione, che
porta alla distruzione di preziosissime icone, di magnifiche opere d'arte, che
furono insensatamente distrutte, con un odio particolarmente feroce.
Il Patriarca di Costantinopoli, Germano,
si oppone a questa misura imperiale, ma viene destituito e i difensori delle
immagini sacre vengono duramente
perseguitati e gli iconografi torturati e uccisi.
Cristo del Monastero di S,Caterina, Sinai sec VI
Finalmente il secondo concilio di Nicea sancisce
l'assoluta liceità di rappresentare per immagini la figura di Gesù, di Maria
Sua Madre, degli Angeli e dei santi.(immagini già
tutte reperibili nelle catacombe dei sec.IV-V.VI)
Nell869 al Sinodo di Costantinopoli si dice:
"Prescriviamo di venerare l'icona di nostro Signore e di manifestarle lo stesso
onore riservato ai libri dei Vangeli. Se qualcuno non venera l'icona di
Cristo, infatti, non sarà neppure in grado di riconoscerne la figura in
occasione del suo secondo Avvento".
Con questa affermazione viene
introdotta la tesi secondo la quale non solo la Parola, ma anche
l'immagine
è salvifica; l'icona diventa così
oggetto privilegiato della pratica religiosa della devozione e
della conoscenza della Bibbia.
Nella sesta
sessione del II C. di Nicea , il diacono Epifanio di Catania ribatte su tutte
le affermazioni iconoclaste., egli ricordò il canone 82 del precedente Concilio
di Costantinopoli III (680-681): """Su
alcune riproduzioni delle venerate immagini è ritratto un agnello, il vero
agnello a noi preannunciato dalla legge è Cristo nostro Dio.
Affinchè anche nelle opere
pittoriche ciò che è perfetto sia rappresentato agli occhi di tutti, stabiliamo che da questo momento,
UMANA DELl'agnello CHE TOGLIE IL PECCATO DEL MONDO, CRISTO nostro Dio. Per
mezzo suo contempliamo la profondità dell'umiliazione del Verbo di Dio e siamo
portati per mano al ricordo del suo dimorare nella carne,
Difficile sminuire l'importanza di
questo testo magisteriale cristologico.
Non solo è legittimo, ma necessario e perfino
inevitabileraffigurare visibilmente Colui che ha voluto
rendersi visibile nella kenosis del mistero dell'incarnazione.
7) FONDAMENTO
BIBLICO DELLA LICEITA DELLE IMMAGINI (I Gv.1)
Il
fondamento della proposta di Nicea e di tutta la lotta per la liceità delle
immagini è la I°
lettera di San Giovanni cap.1: "Ciò che era
fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i
nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno
toccato, ossia il Verbo della vita
(poichè la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo
testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è
resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo
anche a voi, perchè anche Voi siate in comunionecol Padre e col Figlio suo Gesù Cristo".
l'arte cristiana è possibile e lecitaperchè Dio si è reso visibile in Cristo, si è
calato nella storia, noi lo abbiamo visto e toccato
l'onore reso
all'icona è diretto al prototipo
(S. Basilii Magni, De Spiritu Sanct u XVIII, 45, 19).
8) AUTORI FAVOREVOLI ALLE IMMAGINI
Già
dal V secolo alcuni autori scrivono in
favore delle immagini: Paolino di Nola (a. 403) che
giustifica la pittura cristiana auspicando che "la figura rivestita di
colori attragga l'interesse delle menti attonite dei contadini; essa è spiegata
dalle iscrizioni, mentre tutti additano
e leggono le figure dipinte",
Nilo di Ancira (Ancira, Galazia. Monaco sec. V):
"La mano del migliore pittore ricopra la chiesa di immagini dell'Antico
Testamento e del Nuovo Testamento, affinchè gli illetterati, che non possono
leggere le Scritture, si istruiscano guardando le gesta gloriose di coloro, che
hanno fedelmente servito il vero Dio e siano invitati ad imitare sì nobile
condotta" (Lettera, 79, 578-579).
Fondamento dogmatico del culto delle icone è
l'Incarnazione: Il Verbo si è fatto carne, Gesù è il volto umano di Dio e noi dunque,
lo possiamo rappresentare (GIOVANNI DAMASCENO, Discorsi I, 22).
Gregorio Magno nal sec.
VI aprendo alla Biblia pauperum scrive: Nelle chiese si mettano le pitture affinchè
gli analfabeti, almeno guardando le pareti, leggano quello che non sono capaci
di leggere nei codici, infatti, quello che la scrittura è per chi sa leggere,
lo sono le immagini per gli analfabeti.
9) CON LA LIBERTà COSTANTINIANA
le testimonianze iconografiche cristiane nate nell'ambito delle catacombe erano passate nei
battisteri con funzioneprevalentementecatechetica ed infine, estese anche alle
aule di culto, le basiliche, vincendo le ultime resistenze contrarie. Verso
l'altare converge tutta la basilica
cristiana pervasa dellaluce che proviene dalle grandi aperture:
dalla porta centrale - simbolo di Cristo "porta
dell'ovile" - si accede alle 3 o 5 navate, che, scandite dalle colonne -
simbolo degli Apostoli e dei santi - esprimono il cammino delL'uomo
verso la meta, il Cristo,
raffigurato tra apostoli e martiri nei mosaici
dorati del catino absidale che conclude il presbiterio.
La
storia dell'immagine prosegue nella svolta iconografica di tempi nuovi
Nel sec VIII la fuga degli iconografi dalla grande persecuzione iconoclasta d'oriente ebbe
una grande importanza per l'arte medioevale italiana, gli iconografi portavano
in Occidente la conoscenza della
pittura delle pale
Annunciazione di Simone Martini
d'altare
e devozionali su fondo oro con immagini
di Cristo di Maria e dei santi martiri
che ebbero ampia diffusione nell'arte Romanica e gotica (es. Annunciazione di Simone Martini, la Maestà di Duccio Da
Buoninsegna)
Le immagini dei SANTI - in particolare i martiri -apparvero già verso la fine del IV, in. V secolo, nelle catacombe, dove
si trova già una fisionomia ben definita per alcuni apostoli, Pietro e Paolo (la "Consegna della legge" del V secolo,
mostra Gesù che, circondato dagli Apostoli, consegnaloro il rotolo dellaParola di Dio; nella "Consegna delle chiavi a Pietro"
della Catacomba di Commodilla , Gesù, seduto sul globo, che simboleggia la sua Signoria,consegna le chiavi a Pietro (Mt 16,18)
10) NEL PRIMO MILLENNIOla pittura preromanicalega
i pittori ad un programma Iconografico che prevedeva: la centralità della figura del Cristo glorioso,
il posto di Maria e dei santi, lasciando tuttavia libertà espressiva ai singoli
artisti nella rappresentazione dei temi indicati.
Dio, raffigurato nei secoli precedentiSOLO CON L'IMMAGINE DELLA MANO, viene ora raffigurato col 
VOLTO DI CRISTO con un chiaro riferimento Trinitario.
Cosi lo vediamo nella stupenda scultura dellaGenesi
di Wiligelmo del Duomo di Modena.
Questa libertà nella
rappresentazione di temi programmati, diede origine, nei secoli successivi, ad
una notevole varietà iconografica, con la figura del Cristo Pantocratore, la Majestas Domini, immagini che riflettono l'onore al re o
all'imperatore. Era la mentalità del tempo: per la gente non poteva esserci raffigurazione
più efficace per esprimere il concetto altissimo di Dio.
Così nel catino absidale delle chiese appareil tema del Cristo in mandorla col tetramorfo.Cristo "Signore" chetiene in mano il globo (attributo di Dio
creatore) èseduto in mandorla iridata (arcobaleno). L'iride deriva dalla scomposizione
della luce bianca che è il colore della luminosità divina;la
luce bianca intorno al Cristo, uomo-Dio si scompone nei suoi 7 colori che
circondano la figura. Così l'iride assume il significato simbolico della
comunicazione divina.
Busca,
Cappella S.Stefano, Cristo in mandorla iridata, col tetramorfo
La figura del Cristo è circondata dal Tetramorfo, simbolo degli Evangelisti.
Immagine si riferisce alle visioni
d'Ezechiele 1,( poi riprese dall'Apocalisse cap.4):
Ebbi questa visione: una porta era aperta
nel cielo. Fui rapito in estasi ed ecco un trono si elevava nel cielo e uno vi
era seduto . Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il trono. Attorno al
trono poi, c'erano 24 seggi e sui seggi stavano seduti 24 vegliardi avvolti in
candide vesti . In mezzo al trono e intorno al trono vi erano quattro esseri
viventi Il primo vivente era simile ad un leone, il secondo vivente aveva
l'aspetto di un giovane toro, il terzo vivente aveva l'aspetto d'uomo, il
quarto vivente era simile ad un'aquila mentre vola. (Ap.1,4,11).
Nel sec. II Ireneo nel testo "Contro gli eretici", correla per la
prima volta i Viventi ai quattro
Evangelisti inoltre, afferma che i quattro Viventi riflettono un'aspetto di
Cristo: nella faccia umana la sua incarnazione, nella faccia leonina la sua
potenza vincente, nella faccia taurina il supremo sacrificio di Cristo, nella
faccia d'aquila l'effusione dello Spirito Santo dall'alto. Si ritenne poi
possibile (Gregorio Magno) far derivare dal primo capitolo dei Vangeli la
motivazione dell'attribuzione: L'uomo viene correlato a Matteo, perchè Matteo cap.1 riporta l'albero genealogico di
Gesù; il leone a Marco che inizia il Vangelo con Gesù che" stava nel deserto e
le fiere servivano"; il toro a Luca, perchè Luca inizia il suo Vangelo col
sacrificio del sacerdote Zaccaria; l'aquila a Giovanni, perchè il prologo
giovanneo dimostra una teologia più elevata. I vangeli nel loro complesso
esprimono la totalità della figura di Cristo. (M.PICCAT, 1991, G.de CHAMPEAUX
-S.STERCKX 1988; HEINRICH E MARGARETHE SCHMIDT, 1988).
Nel complesso questa iconografia,
collocata generalmente nei catini absidali, costituiva il programma pittorico e
la riflessione teologica della catechesi del primo millennio.
11) L'IMMAGINE DI MARIA
Era già presente nelle catacombe dalla fine del sec
II (Annunciazione, Natività, i magi
Catacomba di Priscilla fine II secolo) a assistiamo a partire dal sec. XI all'introduzione di numerosi elementi
narrativi mariani
I
Vangeli canonici riportano la presenza
di Maria come Madre di Gesù (Luca. e
Matteo cap.1, 2, Paolo ai Galati 4,4. Gv.1,11; Mc. 3,34-35; Gv.19,25-27;
At
1,14, ma non raccontano nulla delle sue vicende biograficheStroppo
(Cn) cappella San Peyre, Natività di Gesù
anteriori
all'evento dell'Annunciazione. Le fonti
dei temi raffiguranti nelle storie di Maria risultano pertanto attinte oltre, che ai vangeli canonici, anche a quelli "apocrifi" che
sono
stati composti generalmente da autori gnostici che assumono il nome di un
apostolo, per dare una base evangelica a nuove dottrine. Vengono rappresentate scene
relative all'Annunciazione, al parto, alla nascita di Maria, i suoi genitori;
scene relative alla presentazione al tempio di Maria e sposalizio con Giuseppe
dal bastone fiorito, la nascita di Gesù, il luogo, protagonisti vari, la
trasformazione dei magi in figure
Padova Giotto Cappella degli Scrovegni. Matrimonio di Maria e Giuseppe
regali, la
morte e assunzione di Maria .. (Es. Protoevangelo di Giacomo, Vangelo
di Pietro, dello Pseudo Giuseppe D'Arimatea, Vangelo degli Ebrei, Vangelo di
Tommaso e altri) Scritti tra
i sec. II e VI, gli Apocrifi sono stati volgarizzati e diffusi nel sec.
XIII, tra gli altri, da Vincenzo Beauvais nel suo Speculum Historiae e
da Jacopo da Varagine nella Legenda Aurea..
Negli scrittiApocrifi vi sono tradizioni molto antiche,
esse sono state accolte nellaChiesa non come libri canonici, ma come
tradizioni utili alla raffigurazione per la loro immediatezza, che ha ridotto
la distanza tra credenza popolare e rivelazione. In seguito queste
iconografie scomparvero talvolta vennero
proibite.
La
diffusione in Europa della Dovotio moderna, un movimento spirituale nato
nel sec. XIV nei Paesi Bassi, può contribuire a spiegare i vertici raggiunti
dalla devozione popolare per la Vergine Maria, in tutte le forme che potevano
suscitare sentimenti di tenerezza e di commozione
12) NEL XIV XV SECOLOASSISTIAMO AD UNFENOMENO GRANDIOSO di INCULTURAZIONE CRISTIANA CON l'arte
l'arte,
in particolare la pittura, era diventata per la sua immediatezza comunicativa,
il mezzo visivo per la catechesi itinerante dei predicatori che, alla pittura,
affidavano la trasmissione del messaggio dottrinaleper raggiungere più facilmente anche le fasce
più povere della popolazione.
L'espressione
artistica diventava allora il mass media insostituibile di un sapere
popolare, che consisteva nella consapevolezza dei contenuti della fede
cattolica e nella conoscenza dei mezzi per la salvezza eterna. Con la pittura
venivano impiegati anche il teatro e le Sacre Rappresentazioni; le stesse
Confraternite assumevano attori e rappresentavano i "Misteri" sui
sagrati delle chiese e per le strade, in quadri scenici raggiungibili processionalmente,
spettacoli che coinvolgevano, commuovevano e divertivano, cui partecipava anche
il popolo in una sorta di happening della sagra religiosa Così la Bibbia, in quell'azione autentica e realistica,
fortemente espressionistica, ma immediata e comunicativa, diventava cultura,
evangelizzazione efficace.
Lo spettacolo, in un'ideale continuità, tornava poi
sulle pareti delle chiese, dove le scene presentate si fissavano, per diventare
scuola e sfondo scenografico di nuove rappresentazioni. un'arte dunque, al servizio dell'istanza religiosa, per arginare il
dilagare delle correnti ereticali di matrice pauperistico-popolare che
minacciavano la fede cattolica.
Montegrazie(Im)
Santuario Affreschi dei Biazaci 1483
Nella
Chiesa del tempo "la pittura diventava
anzi il sillabario e il libro di lettura" che rendeva plastico e attraente
il messaggio a coloro che non potevano leggere; come aveva già auspicato papa
Gregorio Magno fin dal sec. VI
TRA IL 1300 E IL 1400.1500 LE CHIESE, PER QUANTO PICCOLE.
SI RIVESTIRONO TUTTE DI DIPINTI.
Il pittore è anche il
predicatore itinerante che visualizza sui muri i contenuti della catechesi e
delle Sacre Scritture della fede popolare. Pensiamo alla Cappella degli Scrovegni di
Giotto a Padova del 1305 La
Chiesa di nostra Signora del Fontano di Briga delCanavesio,
la parrocchiale di Elva di Hans Clemer,
di Casteldelfino dei Biazaci e tutte
le cappelle dipinte del nostro territorio. Sono rappresentate: Scene della
vita di Gesù, la Natività,
Maria e la Passione
di Gesù, il tetramorfo, i santie poi le scenecatechetiche: virtù e vizi, la buona e la
cattiva morte, il Giudizio universale, Paradiso, purgatorio, inferno ( es.S.Maria di Montegrazie(IM) dipinta dai
Biazaci, Canavesio a Briga, S. Fiorenzo
di Bastia, Santuario Madonna dei Boschi a Boves ecc.)
13) NEL RINASCIMENTO
l'arte esprime la grandezza delL'uomo, pensiamo alle raffigurazioni michelangiolesche alla Sistina, la Creazione della volta con il possente Dio
Creatore e il Cristo giudice, nella terribilità di quel gesto da cui anche la Madre si volge. Michelangelo
segna il vertice dell'iconografia , ma insieme anticipa, in quelle grandiosità sovrumane, l'inquietudine che sfocerà nel drammatico scisma del ‘500
14) LA RIFORMA PROTESTANTE la
lotta iconoclasta contro le immagini, tanto nella liturgia quanto nella pietà popolare, scoppia nuovamente CON LO SCISMA DELLA RIFORMA
PROTESTANTE DI MARTIN LUTERO, che ha dato il via alla nascita
del variegato e multiforme mondo protestante o "evangelico". Soprattutto i calvinisti, si distinsero per
l'iconoclastia, la distruzione di molte
statue, crocifissi, tabernacoli dipinti, reliquie,
pale o retabli e molte immagini nelle chiese
che essi occuparono, dopo la rivolta contro la Chiesa di Roma. Numerosi riformatori protestanti,incoraggiarono la distruzione delle immagini
religiose appellandosi come abbiamo detto alle proibizioni (intese frammentariamente)
del Pentateuco.La venerazione delle immagini era considerata
alla stregua di un'eresia pagana, superstizione e idolatra.Le prime distruzioni
iconoclaste comparvero in Germania ed in Svizzera, soprattutto a Zurigo (1523), Copenaghen
(1530), Münster (1534), Ginevra
(1535), e Augusta (1537). Scozia e
Francia Italia specialmente nelle nostre valli i
dipinti delle cappelle subirono gravi danni e distruzioni come possiamo vedere ad es. a Casteldelfino a Busca e in
tutte le cappelle del tempo
14) CON LA RIFORMA CATTOLICA
Grandi figure di santi
diedero un forte impulso al rinnovamento
della vita cristiana nella Chiesa con le
opere di caritàSorsero grandi opere caritative: Ospedali,
orfanotrofi, ospizi, scuole .Anche l'arte rinascimentale talvolta
ampiamente profana, venne riformata col
ritorno al contenuto spirituale espresso
dalle immagini. La Chiesain opposizione alla freddanudità delle chiese protestanti vuole
richiamare i fedeli con strutture che
centralizzano l'Eucaristia e con la
bellezza spirituale della decorazione. Una tendenza che sfocerànell'esaltazione della bellezza, della
gloria e della luce, del barocco del sec XVII (per poi rifluire nuovamente in nuove
opere prive di contenuto spirituale e
catechetico nei secoli seguentiche esaltavano la pura dimensione estetica.
G.L.Bernini, Estasi di S.Teresa
l'arte rispecchia
le aspirazioni dei popoli e delle epoche. Tra XVIIl e
XIX secle immagini trovano una nuova giustificazione
come opere d'arte: non è più tangibile
la presenza della sacralità dell'immagine, l'opera diventa una
"finestra" sul mondo creativo dell'artista.
14) l'arte NELLE CHIESE di OGGGI
L'uomo del nostro tempo,
circondato di informazioni culturali,
biblioteche, comunicazionimultimediali, televisive, internet,
produzione filmica ecc. legge,
vede, può conoscere i contenuti; ha
superato il bisogno
W.Gongdon. Crocifisso
dell'espressività figurativa
religiosa per sapere. L'uomo di oggi ha
bisogno di sperimentare, di sentire la
dimensione soprannaturale. Ecco l'arte non è più figurativa, ma per lo più
astratta.
Nelle chiese moderne la LUCE diventa il simbolo più efficace di CRISTO
"luce del mondo" . La luce infatti irrompe suggestiva delle vetrate
e riempie le chiese come il canto
altissimo di una nuova spiritualità con l'immaterialità cromatica e luminosa
delle vetrate colorate come nella cappella di Ronchamp di Le Corbusier come dalle vetrate di Costantino Ruggeri nella
Chiesa del Divino Amore di Roma e della nostra Chiesa del
Cuore immacolato di Maria a Cuneo con le
luminose vetrate e lo splendido fonte battesimale opera di
una bellezza assoluta. Disse Costantino
R."Oggi la bellezza si deve fare con le forme del nostro tempo. l'arte moderna deve entrare nella
Chiesa come la bellezza era entrata nelle chiese antiche.".
In quel linguaggio affidato ai simboli; egli traduce
modernamente i simboli paleocristiani che, nelle vetrate, sono filtrate da una sensibilità che li trasforma in tachismes quasi informali.
La vetrata, infatti, nelle
intenzione di Padre Costantino rappresenta un inno alla Trinità e i suoi simboli sono soprattutto tre: il triangolo
di luce, Il motivo
del sole che è l'immagine più vivida e radiosa del Cristo con la stella che è
la traduzione del monogramma catacombale. Il pesce, l'ICTUS che si rispecchia nell'acqua limpida in continuo
movimento del battistero e che rifrange la luce delle vetrate, creandola percezione della vita e di ciò che avviene nella nostra anima con la grazia.
."l'arte(espressione di quell'essere fatto a immagine e somiglianza di Dio") è una strada checonduce al Paradiso" (
P.Costantino Ruggeri)